Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Dio è santo

Dio è santo
Un teologo, qualche anno fa una volta disse in classe: “Questa è l'essenza della religione americana mi piace peccare e Dio ama perdonare, e il mondo è ben messo insieme”. 

Oggi purtroppo, viene messa in evidenza così tanto l’amore di Dio, da dimenticare gli altri attributi, come questo della santità che invece la Bibbia lo mette in evidenza! 

I risultati di questo oscuramento sono evidenti nella chiesa, non c’è santificazione secondo come la vuole Dio. 
Infatti considerare in maniera superficiale la santità di Dio, conduce a considerare superficialmente il peccato e la necessità dell’espiazione dei peccati, quindi del sacrificio di Cristo sulla croce. 

Dio nella Sua essenza da sempre e per sempre è immutabilmente Santo! 
Tom Shenton riguardo la santità di Dio scrive: “Dio non ha mai ricevuto né acquisito la sua perfetta santità da nessuna fonte al di fuori di se stesso. Poiché egli è eternamente e immutabilmente santo, perfettamente in armonia con il suo stesso modello di santità. Nella sua natura impeccabile e infinita non ci sono gradi, mancanze o difetti, né la sua santità può aumentare o diminuire. Egli è un'incomprensibile totalità di purezza eterna, la cui essenza non può subire il minimo cambiamento. Poiché egli è l'immutabile Dio fin dall'eternità, allo stesso modo è immutabilmente santo per l'eternità”. 

In questa predicazione vedremo il significato di santità e le implicazioni pratiche per noi. 

Santo indica:
I LA PERFEZIONE E L’ECCELLENZA MORALE    
La santità è la purezza morale, l'essere pulito, non solo nel senso di assenza di ogni macchia morale, libero dalla corruzione morale, ma di compiacenza in ogni bene morale. 

La santità di Dio implica l'assenza di ogni impurità morale e imperfezione, e il possesso, in grado infinito, di tutto ciò che è moralmente puro, amabile ed eccellente. 

Quindi, la santità di Dio, non è solo negativa, nel senso che è separazione dal peccato; ha anche una connotazione positiva, vale a dire, quello dell'eccellenza morale!
 
La santità di Dio è l'infinita bellezza e l'eccellenza della Sua natura (Esodo 15:11).

Nella perfezione e nell'eccellenza morale vediamo che:
A) Dio è santo nel carattere (per esempio Levitico 19:2; 21:8; Giosuè 24:19; Salmi 22:3; Isaia 57:15).
"Siate santi perché io sono santo" è scritto in 1 Pietro 1:16. 

Il carattere di Dio è senza macchia, puro da ogni desiderio, motivazione, pensiero, parola, o azione malvagia, ed è presente in Lui l'assoluta e infinita perfezione dell'eccellenza morale!

In 1 Giovanni 1:5 leggiamo: "Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre". 

Dio è essenzialmente e necessariamente santo, perché la santità è l'essenza della gloria della Sua natura. 

Come Dio nella Sua essenza è Spirito (Giovanni 4:24), amore (1 Giovanni 4:8; 1 Giovanni 4:16), così nella Sua essenza è santo, è luce! 

“Dio è luce” (phōs) enfatizza la natura di Dio e indica che è santo, perfetto moralmente, in Lui non esiste il peccato, non ci sono difetti, non ci sono tenebre!
Dio splende come il sole e come il sole è privo di tenebre. 

Dio è completamente perfetto e privo di ogni sorta di male e di peccato; non c'è niente in Lui che oscuri, o danneggi lo splendore puro del Suo carattere, non c’è la più piccola macchia, oscurità di peccato in Lui, splende come il sole!!   

Nella perfezione e nell'eccellenza morale vediamo che:
B) Dio è santo nelle azioni
In tutto ciò che è, in tutto ciò che fa, Dio è Santo: la Sua natura è santa, ma anche le Sue vie sono sante è scritto in Salmi 77:13. (Cfr. Salmi 98:1; Isaia 52:10; 1 Pietro 1:15). 

Dunque la santità divina non si applica solo al carattere di Dio, ma anche alle azioni. 
Tutte le azioni di Dio sono sante, non vi è alcuna incoerenza tra l'essere di Dio e l'attività di Dio. 

Dio è libero dall'inquinamento del peccato e non pecca, perché Egli non può peccare!! 
Dio è così santo che Giacomo dice che non può essere tentato dal male. (Giobbe 34:12; Giacomo 1:13). 

Nella perfezione e nell'eccellenza morale vediamo che:   
C) Dio non è indifferente al peccato
(1) Dio essendo santo odia il peccato!  
Abacacuc 1:13 dice: "Tu, che hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e che non puoi tollerare lo spettacolo dell'iniquità". 

Così ancora in Proverbi 3:31-32: "Non portare invidia all'uomo violento e non scegliere nessuna delle sue vie; poiché il SIGNORE detesta l'uomo perverso, ma la sua amicizia è per gli uomini retti" (Salmi 5:4-6; 11:5-7; 15; 33:5; 95:10; Proverbi 15:9,26; Geremia 44:4; Zaccaria 8:17). 

In quanto santo, Dio odia il peccato ed è Suo nemico senza compromessi. 
Il peccato è una cosa vile e detestabile a Dio, è un abominio. 

Dio non è dispiaciuto con la natura dell'uomo in quanto uomo, ma con l’uomo in quanto peccatore!  

A causa del peccato, l'uomo si separa da Dio. 
Leggiamo in Isaia 59:1-2: "Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire;  ma le vostre iniquità vi hanno separato dal  vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto". 

Il peccato solleva una parete divisoria con Dio, oppure crea una distanza grande tra il peccatore e Dio. 

Nella perfezione e nell'eccellenza morale vediamo che:   
(2) Dio essendo santo non può fare altro che punire il peccato
Esodo 34:6-7 dice: "Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: 'Il SIGNORE! il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l'iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!'". 

Dio per la Sua Santità, si indigna e consuma tutto ciò che suscita la Sua indignazione, cioè il peccato giudicandolo. 

Dio è un fuoco consumante dice sia Deuteronomio 4:24 ed Ebrei 12:28. 

"Fuoco" è simbolo sia della santità e del giudizio di Dio (Esodo 3:2; 19:18).  Dio essendo santo, giudica il peccatore.  (1 Re 9:3-7; 2 Cronache 7:16-20; Salmi 78:21-22, 31-34; 78:44-64; Romani 1:18 ; Efesini 5:6; Colossesi 3:6; Apocalisse 14:10; 14:19; 15:1; 15:7; 16 ). 

La santità di Dio si manifesta, quindi, nella Sua attività giudiziale. 
Noi vediamo moltissimi esempi di giudizio di Dio nella Bibbia a causa dei peccati dell’uomo.  
Il giudizio di Dio incorre contro coloro che non rispettano le prescrizioni sul modo di rapportarsi con Lui e oltrepassano le barriere che lo delimitano. 

Vorrei ricordare alcuni esempi del giudizio di Dio per la Sua santità il diluvio ai tempi di Noè per la malvagità degli uomini (Genesi 6:5); di Sodoma e Gomorra perché il loro peccato era molto grave (Genesi 18:20; 19:23-25); il giudizio sulle nazioni che abitavano nella terra promessa e che Dio scacciò, era per la loro malvagità e non per la giustizia del Suo popolo!!! (Deuteronomio 7:1-5; 9:4-6). 

Ci sono altri giudizi descritti dalla Bibbia anche nei riguardi del popolo di Israele, ma questi bastano per farci capire che Dio prende seriamente il peccato! 

Dobbiamo prendere seriamente gli ordini di Dio senza essere superficiali!
Per esempio i sacerdoti Nadab e Abiu figli di Aaronne, offrirono davanti al Signore del fuoco estraneo, diverso da ciò che Dio aveva loro ordinato e cosa accadde? Un fuoco uscì fuori e li divorò! (Levitico 10:1-2). 

Ricordiamo che per un solo peccato Adamo ed Eva furono cacciati dall’Eden! (Genesi 3:6-24).

Per un solo peccato Mosè venne escluso dalla terra promessa (Numeri 20:12; Numeri 27:14; Deuteronomio 1:37; Deuteronomio 3:26-27 ).

Per un solo peccato Anania e Saffira morirono (Atti 5:1-11). 

Quindi ricordiamo che a causa del peccato c’è la morte (Genesi 2:17; Romani 6:23) e l’inferno per chi non crede in Gesù (2 Tessalonicesi 1:5-10; Apocalisse 20:11-15). 

Il peccato per Dio è una cosa molto grave!! 
Così la santità fa del Signore la peggiore minaccia per il peccato!! 

Isaia davanti la presenza santa, maestosa di Dio disse: "Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!" (Isaia 6:5). 

Quando Dio giudicò alcuni di Bet-Semes facendoli morire perché avevano guardato dentro l’arca questi dissero: "Chi può resistere in presenza del SIGNORE, di questo Dio santo?” (1 Samuele 6:20).

(3) Dio essendo santo non è soddisfatto dalle opere del peccatore
Nessuno sforzo umano può cancellare la colpa del peccato. 

In Romani 3:19-20 leggiamo: "Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato". (Vedi anche Galati 2:16). 

Soltanto Dio può giustificare il peccatore, e lo ha fatto tramite l'unico Mediatore: Gesù Cristo! 
Attraverso il Suo carattere, comportamento e sacrificio santo, Gesù era ed è l’unico che potesse soddisfare la santità di Dio! 

In 2 Corinzi 5:21 Paolo dice: "Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui". (vedi anche Ebrei 4:14-15; 1 Pietro 1:19). 

Solo tramite Gesù noi possiamo avere accesso al Dio tre volte santo (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:5; Ebrei 8:6; 9:22-28; 10:10-14,19). 

Per avere una riconciliazione con Dio e accesso alla Sua santa presenza o l’uomo cessi di peccare o Dio cessi di essere santo, ma questo non è possibile! 

Dio nel Suo amore e nella Sua saggezza, secondo la Sua natura e volontà, ha provveduto una soluzione in cui la Sua santità, giustizia e amore non potevano essere contaminate e l’uomo pentito, attraverso la fede, potesse essere riconciliato con Lui attraverso Gesù (Romani 5:9-11). 

Dunque la croce di Gesù mostra quanto Dio ama la santità e odia il peccato. Arthur Pink diceva: "La santità di Dio viene mostrata alla croce. L’espiazione, in modo stupefacente e al tempo stesso solenne, manifesta l’infinita santità di Dio e l’orrore che Egli ha per il peccato. Come deve essere odioso per Dio il peccato da punirlo al massimo grado allorché venne imputato a Suo Figlio! Nemmeno tutti gli strali del giudizio che sono, o saranno scagliati su questo mondo malvagio, né la fornace ardente della coscienza di un peccatore, ne la sentenza inappellabile pronunciata contro i demoni ribelli, ne i lamenti delle creature dannate, possono dare sufficiente dimostrazione dell’odio che Dio prova per il peccato, più di quanto lo faccia l’ira di Dio scatenata sul Suo Figlio. Mai altrettanto è apparsa la santità di Dio, in tutta la sua bellezza ed amabilità, di quanto traspariva sul volto del nostro Salvatore, sfigurato nella Sua agonia sulla croce". 

Ancora, riguardo l'odio di Dio per il peccato in relazione al Figlio, Stephen Charnock diceva: “Se Dio avesse potuto odiare il peccato senza punirlo, Suo Figlio non avrebbe mai dovuto subire l’intensità della sua ira”.   

In secondo luogo santo vuol dire che:
II DIO APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE A SE STESSO
C'è un solo Dio e questo Dio è santo! 
La santità appartiene solo a Lui e a nessun altro! 
La santità è un'esclusiva solo di Dio!

In Dio appartiene esclusivamente a se stesso vediamo che:
A) La santità è il principale e il più glorioso attributo di Dio
Se non vi è alcuna differenza per importanza negli attributi di Dio, quello però, della Sua santità sembra che sia più esaltato. 


La santità è il principale e il più glorioso attributo di Dio perché:
(1) La santità è enfatizzata nella Bibbia
Il teologo E. H. Bancroft scriveva: “La santità di Dio è l’attributo più esaltato e sottolineato, esprimente la maestà della Sua morale e del Suo carattere”. 

A riguardo Hugh D. Morgan afferma: “La santità è il principale e il più glorioso attributo che Dio possieda. Quale altra virtù di Dio viene ripetuta per ben tre volte di seguito? Non sentiremo mai gli angeli cantare ‘Fedele, fedele, fedele’ oppure ‘Eterno, eterno, eterno ’ oppure ‘Giusto, giusto, giusto, invece canteranno ‘Santo, santo, santo è il Signore Iddio, l’Onnipotente, che era, che è e che viene’ Apocalisse 4:8”. 

La santità di Dio è il messaggio di tutto l'Antico Testamento, così importante che teologi hanno definito la religiosità dell’Antico Testamento come la religione della santità (J.Hanel). 

Nelle visioni che Dio concedeva agli uomini nell’Antico Testamento, ciò che veniva messo in evidenza di più era la santità di Dio, come vediamo per esempio nelle visioni di Giobbe, Mosè e Isaia. 

La santità è l'attributo con cui Dio ha voluto essere particolarmente conosciuto ai tempi dell'Antico Testamento (Levitico 11:44-45; Giosuè 24:19; 1 Samuele 6:20; Salmi 22:3; Isaia 40:25; Ezechiele 39:7). 

Noi vediamo la santità di Dio quando per esempio nessuno si doveva avvicinare al monte Sinai, quando Dio scese su di esso, chi lo avrebbe fatto, sarebbe morto (Esodo 19:12-25).

Noi vediamo la santità di Dio attraverso la legge che ha rivelato a Mosè (Esodo 20:1-17; Salmi 19:8-9; Romani 7:12); attraverso la divisione del tabernacolo e del tempio nel luogo santo e santissimo (Esodo 26:33; 1 Re 6:16,19); attraverso le offerte prescritte che dovevano essere portate dal popolo per avvicinarsi a Dio (Levitico 1-7); attraverso il sacerdozio speciale per mediare tra Dio e il popolo (Levitico 8-10); attraverso le molte leggi sull’impurità (Levitico 11-15); attraverso le feste di Israele (Levitico 23); attraverso la posizione speciale di Israele (Esodo 19:5; Numeri 23:9; Deuteronomio 33:28-29). 

Così anche nel Nuovo Testamento vediamo molti richiami alla santificazione perché Dio è santo (per esempio 2 Corinzi 6:14-7:1; 1 Tessalonicesi 4:1-3; 1 Pietro 1:15-16).

La santità è il principale e il più glorioso attributo di Dio perché:
(2) La santità di Dio è l’eccellenza della Sua natura
Noi vediamo che la santità è l'eccellenza della natura di Dio nel Salmo 30:4 dove è scritto di celebrare la santità del Signore. 

Il Salmo 89:35 Dio dice: "Una cosa ho giurato per la mia santità, e non mentirò a Davide….". (cfr. Amos 4:2). 

Non è scritto che Dio abbia giurato per la Sua fedeltà o per il Suo amore, ma per la Sua santità, questo perché la santità di Dio, più di qualunque altra cosa è l’espressione, maggiore di Se stesso, come ha detto John Hove: ”È l’attributo degli attributi!”  

Mentre Hughes Morgan ci ricorda che: "La Sua santità penetra e colora ogni altro attributo, in questo senso la Sua giustizia è santa, il Suo amore è santo, la Sua verità è santa e così via". 

Questo significa che la santità divina non è un attributo accanto e distinto dagli altri, ma è ciò che pervade e caratterizza tutti gli altri. 
In questo senso la Sua giustizia è una giustizia santa, il Suo amore è un amore santo, la sua verità è una verità santa, e così via. 

Dio è santo in tutto ciò che lo caratterizza! 
La Sua santità è più di un semplice attributo e Jonathan Edwards c'è lo ricorda: “ La santità è più di un semplice attributo di Dio, è la somma di tutti i Suoi attributi, lo splendore di tutto ciò che Dio è”. 

Noi vediamo ancora l'eccellenza della santità di Dio in 1 Cronache 16:10 dove è scritto: "Gloriatevi del suo santo nome". 

Ancora il Salmo 111:9 afferma: "Egli ha mandato a liberare il suo popolo, ha stabilito il suo patto per sempre; santo e tremendo è il suo nome". 

Il nome riassume chi è Dio, pertanto tutta la persona di Dio è completamente santa (Salmi 103:1). 

Il nome nella Bibbia esprime la natura di chi lo porta, ne rileva il carattere distintivo e particolare, perciò dire che il nome di Dio è santo equivale a dire che tutta la Sua persona è santa.

La santità è il principale e il più glorioso attributo di Dio perché:
(3) La santità di Dio è superlativa
In Isaia 6:3 i serafini gridavano l’uno all’altro: "… Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti". 

In Apocalisse 4:8 è scritto : "E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: 'Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene'". 

La ripetizione di una parola nella lingua ebraica è un modo di esprimere un'idea superlativa (2 Re 25:15). 

Quindi la triplice ripetizione di "Santo" è una forma di enfasi e sottolinea la suprema, o la completa santità!

La triplice ripetizione, sottolinea la Sua santità alla massima misura possibile, un qualcosa di superlativo che è ben oltre ogni immaginazione umana! 

Pertanto i serafini enfatizzano ciò che Dio è in natura: Santo in modo superlativo, unico, assoluto! 
Dio non ha pari! 

Pertanto non è sbagliato affermare che la santità è il principale e il più glorioso attributo che Dio possieda!

Così se Dio nella Sua rivelazione ha dato così tanto importanza a questo attributo, noi non lo dovremmo dimenticare, ma dargli la giusta importanza! 

In Dio appartiene esclusivamente a se stesso vediamo che:
B) La santità di Dio è incomparabile perché solo Dio è santo
Dio è il Santo sopra gli altri in modo unico, esclusivo e assoluto! 
Nessuno è uguale a Lui! Dio è imparagonabile! 

In Esodo 15:11 è scritto: "Chi è pari a te fra gli dèi, o SIGNORE? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo anche a chi ti loda, operatore di prodigi?". 

Riguardo l'incomparabilità di Dio in Isaia 40:18,25 è scritto: "A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste?".
"’A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?' Dice il Santo". (cfr. Isaia 43:15). 

La parola “santo” (qādôš) in ebraico indica “ciò che è separato dal profano, dal terreno”. 

La santità è la totalità della perfezione divina, una perfezione che lo distingue totalmente dal creato e dalla creatura, è separazione infinita!

Quindi dire che Dio è santo, significa che Dio è trascendente, cioè separato dalla creazione.

Come “santo”, Dio è un essere a parte unico nel Suo genere (Salmi 22:3; Isaia 6:3; 57:15), libero dalle caratteristiche dell’umanità decaduta e dei suoi idoli (Giosuè 24:19; Osea 11:9). 

Il Signore è il Santo di Israele (2 Re 19:22; Geremia 50:29; 51:5; Ezechiele 39:7; ecc.). 

"Santo d’Israele" denota che Egli è il solo Dio distinto dalle abominazioni pagane e denota anche la Sua incomparabile divinità rivelata nella Sua santità e infinita perfezione. 

"Santo d’Israele" riflette la supremazia del Signore su qualsiasi concorrente, il Suo essere eterno, così come il fatto che Egli è e deve essere l'unico oggetto della devozione di Israele. 

"Santo d’Israele" mette in contrasto i peccati del popolo di Giuda con la perfezione morale di Dio (Isaia 30:12) ed esprime la separazione assoluta di Dio dal male (Isaia 17:7). 

Dunque solo Dio è santo, questo vuol dire che la santità caratterizza solo esclusivamente Dio in modo unico e perfetto! 

Infatti in 1 Samuele 2:2 è scritto: "Nessuno è santo come il SIGNORE, poiché non c'è altro Dio all'infuori di te; e non c'è rocca pari al nostro Dio". 

La santità è sinonimo della Sua divinità! 
Santo=Dio!

La parola “santo” richiama a ciò che Dio è, infatti Dio viene chiamato nella Bibbia “il Santo”. (Cfr. Isaia 1:4; 43:15; 45:11; 57:15; Abacuc 3:3-4). 

Perciò, “santo”, è la natura essenziale che appartiene all’essere e all’attività di Dio ed è distinto dal comune, dall’umano, dal profano e anche dalle creature celesti. 

In altre parole, la santità definisce la divinità, ciò che appartiene alla divinità, separato dall’ordinario, dal comune, totalmente perfetto separato dalla Sua creazione. 

Allora, per santità di Dio si intende ciò che è veramente, o autenticamente Dio nella sua natura, la realtà di ciò che costituisce la natura divina e non si confonde, o identifica, o accomuna con il creato, ma è distinto da tutte le altre cose. 

“Santo” significa separato, distinto dalla realtà circostante, perciò Dio è separato da ciò che è terreno, è “il totalmente altro”, completamente diverso da tutto il resto e al di sopra di ogni cosa finita e imperfetta! 

Jerry Bridges scriveva: “Dio è totalmente altro da tutta la Sua creazione, dagli angeli, dagli uomini e specialmente dall'uomo peccatore. È assolutamente distinto da tutte le Sue creature ed è infinitamente esaltato sopra di loro in una gloria e maestà incomprensibili”.

“Santo” indica che Dio è trascendente, cioè al di sopra dei limiti nostri abituali, al di là di ciò che conosciamo, Dio è al di sopra e al di là di noi. 
La trascendenza descrive Dio nella Sua maestà, indica l'infinita distanza che lo separa da ogni creatura, separatamente infinito al di sopra di tutto. 

Dunque quando la Bibbia chiama Dio “santo”, significa soprattutto che Dio è separato in modo trascendente, indica che Dio ha un’infinita differenza qualitativa con la creatura. 

Non esiste nessun altro che possa definirsi santo come Dio!!
Soltanto Dio è infinitamente, immutabilmente e indipendentemente santo. 

Tale santità è una Sua peculiarità e non trova uguali nelle Sue creature!!

Egli è santo in virtù di se stesso, santo al livello più alto; è assolutamente distinto da tutto ciò che è impuro e peccaminoso nel mondo.  

"Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati manifestati" dice Apocalisse 15:4.

In terzo luogo santo indica che Dio è di:
III CARATTERE INACCESSIBILE E TREMENDO PER LA SUA PERFEZIONE E DIVERSITÀ
A) Dio è inaccessibile
Nessuno si poteva avvicinare al monte, toccarlo e guardare quando Dio decise di scendere sul Sinai e incontrasi con Mosè, chi lo avrebbe fatto sarebbe morto! (Esodo 19:16-24). 

L’uomo non può vedere Dio e vivere! (Esodo 33:20; 1 Timoteo 6:16). 

Gli abitanti di Bet-Semes quando alcuni di loro guardarono dentro l’arca del Signore ne morirono puniti dal Signore settanta. 

L’arca era una cassa che simboleggiava la presenza inaccessibile di Dio dove Dio incontrava solo il rappresentante del Suo popolo (Esodo 30:6; Numeri 7:89). 

In 1 Samuele 6:19-20 leggiamo: "Il SIGNORE colpì gli abitanti di Bet-Semes, perché avevano guardato dentro l'arca del SIGNORE; colpì settanta uomini fra i cinquantamila del popolo. Il popolo fece cordoglio, perché il SIGNORE l'aveva colpito con un grande flagello. Quelli di Bet-Semes dissero: 'Chi può resistere in presenza del SIGNORE, di questo Dio santo? E dove andrà l'arca, partendo da noi?'" 

La santità di Dio con la Sua maestà fiammeggiante e il Suo essere inaccessibile, lo rende infinitamente distante, lo separa da tutte le creature. Dio è maestoso e irraggiungibile nella Sua purezza, abita una luce inaccessibile, nessun uomo ha visto né può vedere (1 Timoteo 6:16).

Dio è l'alto, l’eccelso che abita l’eternità che vive in un luogo elevato e santo, e il cui nome è Santo (Isaia 57:15; cfr. Osea 11:9). 

Ma vediamo:
B) La reazione alla rivelazione del Dio santo 
Chi ha sperimentato la presenza di Dio ha reagito in un certo modo. La santità è l'energia dinamica di Dio che travolge chi lo sperimenta.

Colui che sperimenta Dio:
(1) È impressionato
La santità è una purezza di intensità e bellezza infinita (Esodo 15:11) che crea un senso di stupore e meraviglia come è accaduto a quelli di Bet-Semes (1 Samuele 6:20). 

“Stupore e meraviglia” che possiamo vedere anche in Isaia quando dice di aver visto il Re, il Signore dei Signori, mentre i serafini gridavano l’uno all’altro che Dio è Santo (Isaia 6:1-5). 

Benché non si parli apertamente di santità, ma comunque è implicita dalle parole di Pietro, quando non prendeva nessun pesce e Gesù gli dice di andare a pescare in un certo luogo e prendono tanto pesce, Pietro dice con meraviglia e stupore: “Signore allontanati da me, perché sono un peccatore” (Luca 5:6-8). 
Pietro aveva riconosciuto in Gesù la Sua divinità e quindi anche la Sua Santità! (Marco 1:24; Atti 3:14)

Colui che sperimenta Dio:
(2) È intimorito
Quando per esempio Giacobbe fece il sogno della scala che poggiava dalla terra al cielo con gli angeli che scendevano e salivano, e il Signore stava sopra e parlò a lui facendogli delle promesse, come reagì Giacobbe? 
È scritto in Genesi 28:16-17: "Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: 'Certo, il SIGNORE è in questo luogo e io non lo sapevo!'  Ebbe paura e disse: 'Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!'" 

Isaia tremò davanti la visione di Dio, è scritto in Isaia 6:1-5: "Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto,   molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. Sopra di lui  stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi, e con due volava.  L'uno gridava all'altro e diceva:  'Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!' Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano, e la casa fu piena di fumo.  Allora io dissi: 'Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!'" 

I serafini alla presenza di Dio si coprivano. 
I serafini non sono uomini peccatori con cuori impuri, eppure davanti la presenza maestosa e santa di Dio si coprivano! 

Ma vediamo la reazione di Isaia che ovviamente davanti la maestà e la santità di Dio, Isaia vede la sua situazione molto disperata, riconosce di essere in una situazione tragica a causa del proprio peccato e perché ha visto il Re, il Signore degli eserciti (v.5; Cfr. Giudici 6:22; 13:22).

Anche Pietro rimase spaventato per la quantità di pesce che prese secondo come gli aveva detto Gesù (Luca 5:6-9). 

Quando sperimentiamo, o ci confrontiamo con la santità di Dio vediamo la nostra vera realtà: il fatto che siamo davvero piccoli e peccatori e siamo convinti di peccato! 

Molte persone fanno l’errore di paragonarsi ad altre persone che eticamente sono peggio di loro e quindi non si sentono peccatori e non temono Dio! 

Il timore di Dio è il senso di creaturalità di fronte alla maestà di Dio e alla Sua santità, come lo ebbero Giacobbe, Isaia e Pietro.  

Perciò possiamo dire con Tozer:” Il timore di Dio è il terrore dell’anima colpevole davanti a un Dio Santo.”

Colui che sperimenta Dio:  
(3) È impotente
Isaia, non solo reagisce con timore, ma fu sopraffatto dalla santità di Dio si sente impotente, perduto! 
Isaia vide se stesso come rovinato, o annullata. 

La stessa cosa Giobbe, che dopo aver sperimentato la rivelazione di Dio (Giobbe 38-39), riconosce di essere indegno davanti a Dio (Giobbe 40:4-5), ed è scritto che si è pentito sulla polvere e sulla cenere (Giobbe 42:6).  

CONCLUSIONE
Che cosa implica per noi la santità di Dio?
1) In primo luogo: dobbiamo temere Dio e umiliarci davanti a Lui
Come quelli di Bet-Semes, come Isaia, come Pietro! 
È impossibile stare alla presenza del Dio tre volte Santo, senza sentire profondamente l'inadeguatezza morale della nostra natura umana!! 

Ebrei 12:28 dice: "Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!". 

Non possiamo avvicinarci a Dio e servirlo con superficialità, o con frivolezza, la gioia deve essere accompagnata con il tremore (Salmi 2:11). 

2) In secondo luogo dobbiamo essere santi come Dio
Noi dobbiamo vedere la vita e il peccato per come lo vede Dio e questo lo possiamo realizzare nella consapevolezza della santità di Dio! 

Una corretta visione della santità di Dio conduce a una visione corretta di noi stessi di esseri peccatori e di conseguenza ci santificheremo secondo il carattere e le azioni di Dio! 

Noi siamo chiamati a santificarci come ci ricorda 1 Pietro 1:15-16: "Ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta,  poiché sta scritto: 'Siate santi, perché io sono santo'". (Vedi Levitico 19:1).

La perfezione di Dio è lo standard per il nostro carattere morale e la motivazione per essere consacrati a Lui. 

Robert Murray McCheyne, ministro scozzese del XIX secolo, ha vissuto solo fino all'età di ventinove anni ed è stato nel ministero per soli sette anni. Nonostante la sua giovane età, ha capito l'importanza della santità, lui disse parlando da ministro di Dio: “Il più grande bisogno della mia gente è la mia santità personale." 

Questo giovane uomo capì che la santità è una cosa seria, come dice anche l'autore della Lettera agli Ebrei: "Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore" (Ebrei 12:14). 

A volte alcuni possono essere impegnati a parlare di santità come dottrina, ma trascurano la santificazione nella pratica!! 

Come appartati per Dio, noi cristiani siamo chiamati a santificarci, ad assomigliare sempre di più a Dio! Siamo chiamati a odiare il male (Salmi 97:10) a separarci dall’impurità sia con le azioni che con i pensieri e le parole (2 Corinzi 6:14-7:1; Efesini 5:3-5; Filippesi 4:8; 1 Tessalonicesi 3:13; 4:7). 

Noi come credenti apparteniamo a Dio e pertanto siamo santi per l’opera di Gesù (Esodo 19:5-6; Esdra 9:2; 1 Corinzi 1:2; 1 Pietro 2:9; Ebrei 10:10-14 ). 

“Santi” sono coloro che Dio ha appartato per se, che sono stati presi dal mondo per servirlo con zelo! 

Quindi la santità non esclude solo l'immoralità, ma anche la mediocrità, coinvolge non solo l'obbedienza alla legge, ma anche lo zelo nel servirlo! 

“Essere santi” significa dedizione incondizionata al Dio vivente attraverso il servizio e distinguersi dalla società pagana per carattere e comportamento! (Matteo 5:13-16). 

“Essere santi” indica non solo l'assenza di ogni macchia morale, ma anche la compiacenza in ogni bene morale, non solo il non fare, ma anche il fare secondo il carattere e le azioni di Dio. 

3) In terzo luogo dobbiamo adorare Dio
Quando le creature di Dio comprendono lo splendore della Sua santità esse si inchinano in adorazione, prostrandosi umilmente e con timore dinanzi alla maestà della Sua presenza (Salmi 99:3; 99:9; Isaia 6:3 ; Apocalisse 4:8 ).           

4) Dobbiamo essere riconoscenti a Dio per Gesù
Tramite i meriti e il sacrificio di Gesù noi possiamo avere accesso al Padre, entrare alla Sua presenza! (Romani 5:2; Efesini 2:18; Ebrei 10:19; 1 Pietro 3:18). 

Gesù toglie ogni barriera di peccato tra l'uomo e Dio! 
Tramite il Suo sacrificio un giorno vedremo Dio in tutta la Sua bellezza e santità! (1 Giovanni 3:2).

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”,...

Post più popolari dell'ultima settimana