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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La chiamata dei discepoli.


Marco 1:16-20 La chiamata dei discepoli.
Una volta un ricco industriale, vide un pescatore seduto a guardare la sua barca, chiese: “Perché non sei là fuori a pescare?”
“Perché ho preso abbastanza pesce per oggi”, fu la risposta.
“Perché non peschi più pesce di quanto hai bisogno?” Ha chiesto l'uomo ricco.
“Cosa farei con questi?” rispose il pescatore.
“Potresti guadagnare più soldi e comprare una barca migliore in modo che tu possa andare più in profondità e prendere più pesce. Potresti comprare reti di nylon, pescare ancora di più e fare più soldi. Presto avere una flotta di barche ed essere ricco come me. 
“Allora cosa farei?” Chiese il pescatore.
“ Potresti sederti e goderti la vita”,rispose il ricco.
“Cosa pensi che sto facendo ora?” Rispose il pescatore.
La chiamata dei discepoli di Gesù, non è certamente all’apatia, al dolce far niente, ma sono chiamati a lavorare per il progresso del regno dei cieli, sono chiamati a essere pescatori di uomini.


In questa chiamata di Gesù per i discepoli vediamo l’autorità e la finalità di Gesù.
I L’AUTORITÀ DI GESÙ (vv.18,20).
Il Signore Gesù dimostrò la Sua autorità in diversi modi chiaramente:
• Egli dimostrò la Sua autorità facendo opere miracolose.
Il suo ministero fu caratterizzato dalle guarigioni, salvò molte persone dalla sofferenza, riportò alla vita dei morti semplicemente con una parola!!! (Matteo 5:13; Giovanni 11:43;ecc.).

• Dimostrò la Sua autorità sopra la natura, per esempio cambiando l’acqua in vino, sedando la tempesta; camminando sull’acqua. (Giovanni 2:1-11; Matteo  8:23-27;14:22-32).

• Dimostrò la Sua autorità sopra gli uomini perdonando i peccati. 
Infatti è scritto in  Giovanni 5:19: "Gesù quindi rispose e disse loro: 'In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da sé stesso far  cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa ugualmente'". 

• Dimostrò la Sua autorità sul mondo degli spiriti, infatti Gesù sconfisse le schiere di demoni, le potenze di Satana con le numerose liberazioni di coloro che erano posseduti dai demoni. (Matteo 17:14-18; Marco 1:23-28; Luca 9:37-43; cfr. Efesini 1:22-23).

Ma soprattutto:
• Dimostrò la Sua autorità risuscitando dai morti!
Giovanni 10:17-18: "Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere  di riprenderla".

Ora con questi uomini vediamo l’autorità di Gesù:
A) Dall'immediatezza di Simone e Andrea a lasciare le loro reti (v.18).
v.18: “ Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono”.
“Lasciate” (aphentes-aoristo participio attivo) significa lasciare alle spalle, abbandonare, separarsi; sottolinea la completezza con cui abbandonarono le loro occupazioni. 
“Subito” (eutheōs) suggerisce il potere della chiamata di Gesù e la Sua attrattiva, il suo magnetismo. Non vi è alcuna esitazione o riflessione da parte dei discepoli. 
Marco sottolinea l'importanza di rispondere rapidamente alla chiamata di Gesù senza esitare. 
Se Gesù sta chiamando in questo momento te, non esitare, seguilo!
La reazione immediata di Simone e Andrea esprime vividamente l'effetto del comando di Gesù, la loro azione repentina suggerisce che non c'è stata alcuna esitazione o ritardo nel seguire Gesù, la loro risposta a Gesù è stata decisiva e radicale.
  
L’autorità di Gesù la vediamo:
B) Dall'immediatezza che Giacomo e Giovanni lasciano il loro padre nella barca con gli operai (v.20).
v.20: “e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui”.
Poco dopo Simone e Andrea, anche i fratelli Zebedeo abbandonano immediatamente il lavoro, ma anche il padre con gli operai per unirsi a Gesù.

L’autorità di Gesù la vediamo:
C) Dall’immediatezza a seguire Gesù (vv.18,20).
v.18: “Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono”.
v.20: “e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui”.
L'urgenza della chiamata di Gesù esige una risposta immediata da parte di Simone (Pietro) e Andrea, essi hanno lasciato subito le reti e lo seguirono. “Essi, lasciate subito le reti” indica enfaticamente la radicale decisione di Simone e Andrea. 
Così anche i fratelli Zebedeo lasciarono lavoro e padre, per andare dietro a Gesù.
Queste coppie di fratelli si sono separati dal loro lavoro di pescatori per la predicazione della Parola di Dio. I fratelli hanno lasciato tutto per seguire Gesù ( Marco 10:28-29). 
Il regno di Dio è venuto, bisogna lasciare tutto, perché entrare nel Regno è più importante della vita stessa (Marco 8:36). 
Pietro e Andrea, pertanto, hanno lasciato lì dove si trovavano le loro reti (Marco 10:28-29; Cfr. Luca 9:57-62;14:33; 1 Re 19:19-21). Hanno lasciato la loro occupazione e sostentamento per seguire Gesù e così anche i fratelli Zebedeo. 

II LA FINALITÀ  DI GESÙ: PESCATORI DI UOMINI (vv.16-20).
Gesù chiama questi pescatori affinché possano diventare pescatori di uomini.

In primo luogo vediamo:
A) Le Persone a cui è rivolta la chiamata (vv.16,19,20).
(1) La loro normalità: erano pescatori (vv.16,19).
v.16:  "Mentre passava lungo il mare di Galilea". 
Il Mare di Galilea è, in realtà, un grande lago, circa 700 metri sotto il livello del mare Mediterraneo, ha una massima profondità di circa 200 metri, circa 11 chilometri di larghezza e 20 di lunghezza. 
Nel primo secolo la pesca era un’industria fiorente sul Mar di Galilea, che contava non meno di sedici porti e città molto animate che prendevano nome appunto dall’attività della pesca tra cui Betsaida (“casa del pescatore”), Magdala (“torre di pesce”). 
Le rive del lago erano molto popolate, servivano anche come un confine tra il lato orientale fortemente ellenizzato (la Decapoli, vedi Marco  5:20; 7:31) e la parte occidentale prevalentemente ebrea. In Marco, Gesù si sposta di frequente da un lato all’altro, come a simboleggiare la Sua missione fra gli ebrei e i pagani (cfr. Mar.4:35; 5:1,21; 6:1,34,45,53; 7:24,31; 8:14,22). 
Lo storico ebreo Giuseppe ha registrato fino a 330 barche da pesca che navigavano in questo lago. Tra coloro che pescavano in questo lago per il sostentamento vi erano anche Simone e suo fratello Andrea, Giacomo e suo fratello Giovanni.
Da Luca 5:1-11 apprendiamo che Pietro possedeva la sua barca e che Giacomo e Giovanni erano i suoi partner. Combinando questo con il riferimento di Marco 1:20, dove è scritto che i fratelli Zebedeo lasciarono loro padre  nella barca con gli operai per seguire Gesù, queste due coppie di fratelli, molto probabilmente erano imprenditori di successo. 
v.16: "Egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori".  
Gesù vide che i due fratelli pescatori che “gettavano la rete” (amphiballontas è la descrizione circolare, termine tecnico del lancio) in acqua. 
Venivano usate dai pescatori due tipi di rete; vi era una rete (sagēnē) che era un largo strascico con una grande estensione e al cui bordo inferiore erano fissati pezzi di piombo o pietre così che andava a fondo, mentre i sugheri posti sul bordo superiore, le permettevano di galleggiare; in questo modo si raccoglieva tutti i pesci che si trovavano nell’area coperta. 
La rete era trascinata da due barche o con delle corde dalla spiaggia. Ci si muoveva verso la riva o si tirava dalla riva, poi si raccoglieva la rete in un cerchio che diventava sempre più stretto. Sulla riva i pescatori serravano l’estremità della rete e la traevano insieme con il suo contenuto sulla spiaggia. 
L'altro tipo di rete, che Pietro e Andrea usavano qui, era chiamato amphiblēstron, era una rete molto più piccola a forma di ombrello (anche 20 metri), circolare, con una corda al centro che veniva gettata in acqua con una certa maestria, la rete veniva posta su un braccio e su una spalla e gettata con un rapido movimento circolare del braccio (amphiballō) dalla riva o da una barca da un pescatore singolo. I bordi della rete erano appesantiti all’estremità da barre di metallo o di pietra in modo tale che quando si lanciava in acqua, andava giù come un paracadute e i pesci rimanevano così intrappolati e trascinati a riva o in barca.

(2) La loro dinamicità:stavano lavorando (vv.16,19).
v.16: "egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perché erano pescatori".  
v.19: "Poi, andando un po' più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti". 
Giovanni e Giacomo, come Simone e Andrea stavano lavorando. Simone e Andrea gettavano le reti in acqua, i fratelli Zebedeo, un po’ più lontano da Simone e Andrea, in barca rassettavano le reti. 
Dopo ogni uscita, le reti necessitavano di essere pulite, rammentate, asciugate, e piegate (rassettavano-katartizontas-mettere in ordine) preparate per l’uscita successiva. Mentre Pietro e Andrea avevano una rete che poteva essere gestita da una sola persona in piedi a riva o in barca, Giacomo e Giovanni sembra che utilizzino una rete molto più grande che coinvolgeva più persone e l'uso di una barca grande.

In secondo luogo troviamo:
B) Il Precetto della chiamata (vv.17-20).
vv.17-20: “Gesù disse loro: ‘Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini’.  Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. Poi, andando un po'più oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti;  e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui”.
Anche se qui la metafora sembra naturale visto la loro professione di pescatori (Gesù li trova dove si trovano, parla in un linguaggio per loro familiare, che potessero capire, ma gli dà un significato completamente diverso) , “pescatori di uomini” è un’espressione che troviamo nell’Antico Testamento, ma in senso negativo che riguardano il radunare gli uomini per il giudizio di Dio, Dio è il pescatore di uomini, nella raccolta per il suo giudizio (Geremia 16:16; Ezechiele 29:4-5; Amos 4:2; Abacuc 1:14-17). 
Il senso in Marco è positivo, non riguarda il giudizio (cfr. Marco 3:13-19; 6:7-13, 30), ma la salvezza dal giudizio, perché le persone vengono “catturate” per il Regno, quindi pescare indicherebbe tirarli fuori dal male e dal giudizio, quindi salvarli dal giudizio di Dio. 
I discepoli sono chiamati a essere strumenti di Dio che porteranno il Suo messaggio di salvezza agli altri. L'annuncio del Vangelo, quindi ha un elemento di giudizio, anche se il Vangelo “è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16) dai peccati (Matteo 1:21), ma anche dall’ira di Dio (Romani 5:9-11) chi non crede sarà condannato (Marco 16:16). 
La commissione degli apostoli, aveva un aspetto salvifico e giudicante nello stesso tempo (Cfr. 2 Corinzi 2:14-17). Tutti sono catturati nella rete, ma i non credenti saranno gettati via (Cfr. Matteo 13:47). 
“La funzione immediata di quanti sono chiamati a essere pescatori di uomini è quello di accompagnare Gesù come testimoni della proclamazione della vicinanza del regno e la necessità per gli uomini a rivolgersi a Dio attraverso il pentimento radicale. La loro funzione ultima sarà quello di confrontarsi con gli uomini con l'azione decisiva di Dio, la fede ha il carattere della salvezza, ma l'incredulità ha il carattere del giudizio”  (William L. Lane). 

Ecco ancora:
C) La Preparazione della chiamata (v.17).
v.17: “Gesù disse loro: ‘Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini’”.
Questi discepoli erano abili a catturare i pesci, ma avevano bisogno di una formazione specifica prima di diventare pescatori di anime, questa formazione l’avrebbe fatta Gesù a loro, infatti, dice “io farò di voi dei pescatori di uomini”, letteralmente è “io vi farò diventare”. 
 “Farò” (poiēsō – futuro indicativo attivo) indica intraprendere o fare qualcosa che porta a un evento, o a uno stato, o condizione, fare, provocare, realizzare, preparare, con particolare attenzione alla causa, quindi in questo caso Gesù è la causa. 
“Diventare” (genesthai-aoristo infinitivo) indica l’effetto o il risultato dell’azione di Gesù, quindi essere, sperimentare un cambiamento nella natura e così indica l'entrata in una nuova condizione, quei pescatori diventano qualcosa di nuovo. 
La chiamata di Gesù non era di trovare compimento in quello che stavano già facendo, ma era radicalmente un nuovo scopo nella vita. Da ora in poi avrebbero servito non i propri interessi e desideri, ma quelli di Gesù che li ha chiamati.
“Pescatori di uomini” indica pescatori che pescano gli uomini (anthrōpōn). Gesù li chiama dalle loro professioni secolari per essere produttivi spiritualmente aiutando gli altri a conoscere il Vangelo e a proseguire l’opera di Gesù dopo che Lui sarebbe andato via. 
“Gesù chiama i discepoli a pescare le anime con la stessa energia che avevano precedentemente utilizzato per pescare il cibo. Il Vangelo è come una rete, trascinando la gente nella sua presa, trasformando le loro vite. Molte persone saranno sollevate dalle acque scure alla luce del giorno” (Barton, B. B.).

Marco riporta ancora:
D) La Promessa della chiamata (v.17). 
v.17: “Gesù disse loro: ‘Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini’”.
Il compimento della predizione di Gesù: “Io farò di voi diventare pescatori di uomini", per i lettori di Marco non era una cosa nuova, loro ne erano pienamente consapevoli perché dopo la morte e la risurrezione di Gesù, il ministero dei dodici apostoli aveva raggiunto anche a loro (Atti 1:8; cfr. Efesini 2:19-20; Apocalisse 21:14).

Quindi noi vediamo:
(1) Il potere della promessa: Gesù io vi farò (v.17).          
(2) La peculiarità della promessa pescatori di uomini (v.17).
(3) Il processo della promessa: c’è voluto tempo

Infine ecco:
E) Il Prezzo da pagare della chiamata (vv.18,20).
“Costa seguire Gesù Cristo, ma costa di più non seguirlo” ha detto qualcuno.

In primo luogo c’è:
(1) Il prezzo del lavoro (v.18)
v.18: "Essi, lasciate subito le reti, lo seguirono".
L'urgenza della chiamata di Gesù esige una risposta immediata da parte di Simone (Pietro ) e Andrea, essi hanno lasciato subito le reti e lo seguirono. “Essi, lasciate subito le reti” indica enfaticamente la radicale decisione di Simone e Andrea. 
“Lasciate” (aphentes-aoristo participio attivo) significa lasciare alle spalle, abbandonare, separarsi; sottolinea la completezza con cui abbandonarono le loro occupazioni, così vediamo anche per i fratelli Zebedeo al v.20, che lasciarono il padre nella barca con gli operai. Quindi si sono separati dal loro lavoro di pescatori per la predicazione della Parola di Dio. I fratelli hanno lasciato tutto per seguire Gesù ( Marco 10:28-29). Il regno di Dio è venuto. Bisogna lasciar perdere tutto, perché entrare nel Regno è più importante della vita stessa (Marco 8:36). 
Pietro e Andrea, pertanto, hanno lasciato lì dove si trovavano le loro reti (Marco 10:28-29; Cfr. Luca 9:57-62;14:33; 1 Re 19:19-21). Hanno lasciato la loro occupazione e sostentamento per seguire Gesù. 
Rudolf Schnackenburg: “Fondamentalmente la chiamata a seguire Gesù comporta il distacco e la rinuncia ai beni terreni per amore del regno di Dio, in qualunque circostanza o occupazione la chiamata stessa colga i singoli”.
Ma chi lascia ogni cosa per seguire Gesù, nonostante avrà persecuzione e morte, rinunce e privazioni, avrà la vita (Marco 8:35-36; 10:17-31), non che anche la comunione intima con Gesù e quindi è un segno di distinzione, infatti, come abbiamo visto nella predicazione precedente, “seguirono” (ēkolouthēsan- aoristo indicativo attivo) indica seguire, accompagnare, percorrere la stessa strada, è utilizzato sia in senso letterale (Marco 5:24; 6:1,10), ma anche seguire come un discepolo (Marco 2:14, 8:34, 9:38, 10:21, 28, 15:41) e implica comunione, compartecipazione, fare un passo alla volta con un altro, quindi camminare insieme (Cfr. Genesi 5:22).
Seguire Gesù significa tagliare i ponti alle spalle e procedere in avanti con una nuova prospettiva, con un nuovo stile di vita, con nuovi desideri e comportamenti. Al momento della Sua chiamata la realtà vecchia rimane alle spalle, viene totalmente abbandonata.

In secondo luogo vediamo:
(2) Il prezzo della famiglia (v.20).
v.20: e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui". 
La chiamata dei figli di Zebedeo segue lo stesso schema di quello della prima coppia di discepoli, anche se troviamo altri dettagli narrativi. 
Infatti, noi troviamo il fatto che i due stavano lavorando con il padre, erano sulla barca e vi erano degli operai. I fratelli Zebedeo erano benestanti, questo lo vediamo dal fatto che la parola “ploiō” (barca) veniva di solito usata per indicare barche di grandi dimensioni, abbastanza grandi da portare parecchi uomini. 
A conferma che questi due fratelli non erano poveri, lo vediamo dal fatto che nella barca con loro vi erano degli operai. Quindi, i due fratelli lasciarono la famiglia e il loro lavoro e se ne andarono dietro a Gesù. 
I due fratelli fecero un’azione coraggiosa, se consideriamo il contesto delle aspettative ebraiche circa i doveri dei figli e l'autorità dei padri, ma nel discepolato Gesù viene prima della famiglia (cfr. Luca 9:59-60; 14:25-26).

CONCLUSIONE.
Noi in questo testo vediamo:

1) L’Autorità di Gesù.
Marco non ci dice perché Gesù ha scelto Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni come discepoli, o perché hanno deciso di rispondere immediatamente. 
Qualcuno oggi potrebbe dire che la risposta dei quattro sia di natura psicologica nel senso che questi uomini forse stavano attraversando un periodo brutto della loro vita (economico, sociale, interiore e così via) ed erano pronti a fare un cambiamento della loro vita seguendo il Messia così ci sarebbe stata una svolta nella loro vita. 
Marco non fornisce spiegazioni e quindi è meglio non specularci sopra. Forse lo vollero seguire perché avevano visto dei miracoli di Gesù, ma nemmeno questo ci dice Marco. 
Ma cosa spinse i quattro a seguire Gesù? Questi uomini non prendono un paio di giorni per riflettere sulla loro decisione, per chiedere il permesso alle loro famiglie, o per cercare consiglio da un gruppo di esperti religiosi!! 
Ma cosa spinse i quattro a lasciare ogni cosa per seguire Gesù? La loro decisione, sembra una decisione affrettata, forse qualcosa era accaduto, ma Marco non lo dice! 
Il testo di Marco ci presenta una chiamata improvvisa e una risposta che è altrettanto improvvisa e immediata. L'unica spiegazione per la risposta improvvisa e immediata dei discepoli e che Marco vuole sottolineare la forza della chiamata di Gesù, la Sua Autorità, la Sua Autorità incondizionata, immediata e non giustificabile. 
Egli sceglie chi vuole e la Sua chiamata è come un comando militare forte che produce l'obbedienza. Lohmeyer dice: “Egli comanda come Dio comanda. ... Egli fa del pescatore qualcosa di nuovo, ciò che vuole”. 
La personalità e l'autorità di Gesù erano tali che i quattro uomini hanno risposto al Suo appello immediatamente. Gesù ordina: “seguitemi” e quegli uomini lo seguirono! 
Non vediamo nessuna obiezione, non vediamo nessuna resistenza, non vediamo nessuna difficoltà! La Sua autorità crea la loro obbedienza. 
La chiamata di Gesù era così irresistibile in quel momento che questi uomini abbandonarono tutto e subito per andare dietro a Gesù. La descrizione della loro risposta immediata alla chiamata di Gesù esprime vividamente l’autorità e il potere che Egli esercita. 
La Sua autorità la vediamo ancora in questo Vangelo espressa in varie circostanze (1:25;4:39;5:41;7:34;11:14,20;15:38-39). 
La domanda allora è chi è questo che può creare una tale obbedienza immediata? La chiamata o il potere efficace di Gesù ricorda la parola creatrice di Dio  “Poich'egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Salmo 33:9, cfr. Isaia 55:10-11). Come Dio, Gesù parla e così accade. 
Gesù è il Signore!! Gesù è il portatore del regno, il regno di Dio è presente nella vita di Gesù (Marco 1:15). 
Gesù ha un potere unico come Figlio di Dio, può dominare i demoni, dare il perdono dei peccati, e la guarigione dalle malattie come vediamo in questo Vangelo. 
Dunque la loro decisione di schierarsi con Gesù mostra la sua grandezza: la forza propulsiva della Sua influenza in quegli uomini, sulle menti e i cuori di quegli uomini, in modo che quando Gesù chiama lo seguono immediatamente. 
Noi vediamo qui la Sua Autorità attrattiva, magnetica, impressionante, la Sua chiamata efficace, potente a cui non si può dire di no, tanto da lasciare le loro reti, la sicurezza di un lavoro e le proprie famiglie per seguire Gesù, la persona che parlava era una figura di enorme Autorità. 
Chi è Gesù per te? Lo stai seguendo? Riconosci la Sua Autorità divina?
Inoltre la Sua autorità è di grande incoraggiamento per noi oggi perché Gesù con la Sua Autorità può ancora trasformare le nostre circostanze e noi in Lui possiamo servirlo efficacemente! 

2) Il Discepolato.
Il presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln una volta disse: “Dio deve amare la gente comune, ha fatto tanti di loro”. 
Non solo Dio ha fatto tante persone normali, ma anche li sceglie e li chiama al suo servizio.  
                                                                  
1) Gesù sceglie persone normali, semplici con un lavoro normale.
In primo luogo vediamo che Gesù chiama questi discepoli e non loro che si fanno discepoli di Gesù. Gesù chiama questi uomini pescatori nel bel mezzo del loro lavoro. Gesù sceglie persone semplici, gente comune, i quattro non erano particolarmente dotti, che provenivano da un elite religiosa, o aristocratica, o potente, non erano di alto rango, erano pescatori comuni (Cfr.1 Corinzi 1:26-27). Il regno di Cristo non dipende da cose come queste, ma dalla potenza dello Spirito di Dio (Zaccaria 4:6). 
La chiesa che ha avuto inizio con alcuni pescatori, ma si è diffusa nel mondo per la potenza dello Spirito Santo (Luca 24:49; Atti 1:8; 1 Tessalonicesi 1:5). 
Gesù, quindi, può chiamare chiunque la dove essi si trovano, anche mentre stanno lavorando.

2) Gesù richiede assoluta obbedienza e sacrificio.
Essere discepolo di Gesù significa accettare le Sue richieste incondizionatamente. Gesù esige l'assoluta obbedienza e sacrificio. La chiamata alla sequela significa lasciare tutto per seguire Gesù. Queste coppie di pescatori rinunciarono a tutte le prospettive terrene per seguire Gesù. 
Il discepolato non è un lavoro part-time, di volontariato per i propri scopi e interessi personali. Siamo chiamati a seguire Gesù con uno spirito di obbedienza totale e radicale, pronti a lasciare tutto, le sicurezze per seguire Gesù e confidare in Lui come hanno fatti i quattro pescatori e non il giovane ricco per esempio (Marco 10:17-29). 
Seguire Gesù significa metterlo sopra ogni altra cosa anche della sicurezza economica, significa fidarsi di Lui che provvederà ai nostri bisogni essenziali (cfr. Matteo 6:24-33; 1 Timoteo 6:17; Ebrei 13:5-6). 
Il vantaggio di lasciare tutte le fonti di sicurezze umane è che i discepoli sono totalmente dipendenti da Gesù e Lui non delude mai. Ma la maggior parte degli esseri umani e anche di alcuni cristiani trascorrono la loro vita consumati dall'ansia per il loro destino terreno, mentre i discepoli guardano oltre questo mondo per il loro destino eterno (Colossesi 3:1-4).  
Quei quattro hanno lasciato i loro legami familiari, tutto ciò che avevano di caro e tutta la loro sicurezza terrena, i loro mezzi di sostentamento, per seguire Gesù per affidarsi completamente di Lui. 
Oggi non tutti sono chiamati a lasciare tutto per seguire Gesù come questi quattro discepoli, ma il principio importante è: la chiamata al discepolato di Gesù è radicale e totale, significa metterlo sopra ogni cosa famiglia, lavoro e interessi più diversi con lo scopo di dedicarsi a essere pescatori degli uomini pronti a morire per Gesù. 
La chiamata a seguire Gesù (sequela) significa riconoscere Gesù come Signore, per perseguire il Suo insegnamento (Matteo 28:18-20; Giovanni 14:25-26; 16:13-15), i Suoi comandi (Luca 6:46), volontà, bisogna seguirlo, anche se non sappiamo dove si dirige. 
Seguire Gesù significa seguirlo radicalmente e totalmente (Filippesi 1:21; Colossesi 3:4) lasciando il proprio mondo per seguire Gesù, lasciare tutto alle spalle per seguire Gesù, come i quattro pescatori. 
Così una profonda esperienza con Gesù porta una persona a uno stile radicalmente diverso della vita fino a quel momento vissuta e comporta una relazione profonda con Gesù. 
La chiamata e la risposta immediata di questi pescatori rivelano che il discepolato con Gesù è più che stare seduti ad ascoltare una predica o cantare in chiesa, dare la decima, o a uno studio biblico occasionale, e fare qualche servizio pratico in chiesa di tanto in tanto. 
Quando Gesù ci afferra, tutta la nostra vita e gli scopi si trasformano. La vita a cui Gesù chiama i discepoli richiede un cambiamento radicale di prospettiva, di avere in mente le cose di Dio piuttosto che di sé (Marco 8:33).

3) Gesù sceglie per preparare al servizio.
Gesù li avrebbe fatto diventare pescatori di uomini, quindi li avrebbe preparati per questo servizio che richiede il rinnegare se stessi, il sopportare la sofferenza e prendere la croce (Marco 8:34-38). 
Coloro che Gesù ha scelto come discepoli a quanto pare non avevano alcuna preparazione teologica. In questo caso, Gesù non sceglie coloro che sono socialmente più importanti, o i meglio preparati, o i religiosamente più devoti.  Farà anche questo, per esempio con il teologo fariseo Saulo che poi divenne Paolo (Filippesi 3:4-6) cresciuto teologicamente ai piedi del fariseo dottore della legge Gamaliele (Atti 5:30; 22:30), ma la stragrande maggioranza delle persone che sceglie è gente comune (1 Corinzi 1:26-31). 
Gesù non è andato a scegliere i discepoli nella sinagoga, ma persone che si trovavano nel mezzo di una loro attività normale di vita quotidiana lavorativa (Cfr. Marco 2:13). Gesù, però li avrebbe formati per servirlo in modo efficace. 
Questo non significa che le scuole teologiche o scuole bibliche, o scuole di formazione non siano importanti, Gesù ha rimproverato coloro che non conoscevano le Scritture (Marco 12:24). 
Dobbiamo evitare, pertanto due errori: 1) l’errore di chiudersi nello studio e non applicare la conoscenza teologica e biblica alla vita e 2) l’errore di non studiare per applicarsi solo alla missione pratica. 
Dai Vangeli vediamo che il discepolato di Gesù è teoria, ma anche pratica, teoria perché Gesù era un insegnante (Marco 1:21-22;4:38; cfr. Matteo 19:16; Luca 9: 33; Giovanni 1:38) e ha insegnato diverse dottrine (Dio, Se stesso, lo Spirito Santo, le Scritture,ecc.), ma il discepolato è stato anche pratico perché i discepoli hanno potuto imparare da Lui molte cose con la Sua vita pratica e missione, e sono stati anche mandati in missione da Gesù (Marco 6:7-13,30). 
Ma questo non è stato per niente semplice per i discepoli (Marco 8:14-21; 14:37,50), c’è voluto tempo. 
Gesù promette loro che li avrebbe fatti pescatori di uomini, quale grande benedizione essere pescatori di uomini (Proverbi 11:30; Daniele 12:3). 
Oggi la chiamata al discepolato è per tutti i credenti come vediamo dal libro degli Atti dove i credenti sono chiamati discepoli (Atti 6:1-2,7;9:1,19,25-26;ecc.).
Sta seguendo Gesù? Lo stai servendo? Ti stai impegnando a essere pescatore di uomini?

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