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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

L’inzio del ministero di Giovanni Battista(Marco 1:1-3; Luca 3:1-2; Giovanni 1:6-7).

L’inzio del ministero di Giovanni Battista (Marco 1:1-3; Luca 3:1-2; Giovanni 1:6-7).
Jean-Henri Merle D'Aubigné pastore protestante e storico svizzero vissuto tra il 16 Agosto  1794 e il 21 Ottobre 1872 disse: “La vocazione sublime che l'uomo può ottenere sulla terra è quello di predicare la Parola di Dio”.
Forse non ci rendiamo conto, ma predicare la Parola di Dio è la vocazione più nobile, eccelsa che ci possa essere, ma che molti di noi trascurano, purtroppo.  
Giovanni Battista non l’ha trascurato.
Il ministero pubblico di Giovanni il Battista è stato indubbiamente un grande ministero, ma non molto lungo.
Gli studiosi stimano la durata del suo ministero pubblico da sei mesi a poco più di un anno al massimo; poi è stato arrestato e messo in prigione e infine gli hanno tagliato la testa.
In primo luogo vediamo:

I LA CHIAMATA DI GIOVANNI (Marco 1:1-3,Luca 3:1-2; Giovanni 1:6-7).
Partiamo dal:
A) Periodo della chiamata (Luca 3:1-2).
Nel periodo della chiamata Luca ci dice:
(1) La Situazione politica.
In Luca 3:1-2 è scritto: “Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell'Abilene,  sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”.
Luca scrive sinteticamente la situazione politica e religiosa al momento della chiamata al ministero di Giovanni Battista, parte dall’autorità massima dell’impero, per passare poi a quelle regionali e infine a quelle religiose.
La chiamata di Giovanni Battista avvenne nell’anno quindicesimo dell’impero Romano di Tiberio Cesare.
Non c’è unanimità tra gli studiosi sulla data precisa… alcuni studiosi dicono che il quindicesimo anno va dall’agosto del 28 d.C. all’agosto del 29 d.C.; altri studiosi pensano tra 25/26 a 26/27 d.C, questo perché non sappiamo con certezza secondo quale calendario Luca lo abbia scritto.
Possiamo dire che la chiamata avvenne tra il 26 e il 29 d.C.
L’impero Romano era diviso in province imperiali direttamente sotto la cura dell'imperatore (ad esempio, la Siria e la Galazia) e in province senatoriali sotto la cura del Senato (ad esempio, in Asia, in Macedonia, e Acaia ).
I regni erano governati dal Legato (legatus), un capo militare dell’esercito, o dal prefetto (hegemoneuontos), Ponzio Pilato era un prefetto.
La Giudea era stata assegnata prima da Erode il Grande ad Archelao, ma siccome governò così male che i suoi sudditi chiesero ai Romani di rimuoverlo dall’incarico.
I Romani insediarono un proprio governatore,appunto Ponzio Pilato.
Se Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode Antipa (4 a.C-39 d.C.), figlio di Erode il Grande era tetrarca della Galilea.
“Tetrarca” (tetrarcheō)indicava colui, che governava sulla quarta parte di una regione, ma venne anche usata per designare anche i principi di secondaria importanza.
Il fratello di Erode, Filippo, fu tetrarca dell’Iturea e della Traconitide (4 a.C.-33 o 34 d.C.), mentre Lisania tetrarca dell’Abilene.
Ora, questo tipo di approccio della chiamata di Giovanni con la datazione e la citazione affianco, dei governanti, si adatta allo stile antico secolare ( Tucidide 2.2; Polibio 1.3) e alla chiamata dei profeti dell’Antico Testamento (Isaia 1:1; Geremia 1:1-3; Ezechiele 1:1-3; Amos 1:1; Aggeo 1:1; Zaccaria 1:1).
Giovanni è stato preparato e chiamato nel deserto per poi manifestarsi a Israele come leggiamo in Luca 1:15,80 e Luca 3:2, i tempi erano maturi per preparare la strada del Messia: chiamare il popolo a ravvedimento e prepararli ad accogliere Gesù (Luca 3:3,8,16).
Il deserto può essere visto come luogo di speciale riflessione e di ricezione della rivelazione: Israele ha ricevuto la legge nel deserto(Esodo 19:1-20-17), e Gesù si ritirava spesso nel deserto (Luca 4:42; 5:16).
L’espressione: “la parola di Dio fu diretta a Giovanni figlio di Zaccaria” è un modo come Dio chiamava gli uomini a essere suoi profeti (Geremia 1:2; Ezechiele 1:3; Osea 1:1; Gioele 1:1).
Quindi questa è stata una chiamata da Dio a essere un profeta e a iniziare il ministero predetto precedentemente (Isaia 40:3; Luca 1:14-17), Dio chiama Giovanni a iniziare il servizio che era stato previsto per lui.
Il fatto che viene citato anche il nome del padre, rafforza il tema profetico, infatti, nell’Antico Testamento, in associazione al profeta, viene a volte menzionato anche il padre quando introduce il suo ministero (Osea 1:1; Gioele 1:1 ; Zaccaria 1:1).
In questo modo, vediamo che lo Spirito Santo, per la penna di Luca, vuole imprimere a Teofilo (Luca 1:1-4) e a noi, che Giovanni Battista, era un profeta chiamato da Dio (Luca 1:16-17,76).
Possiamo dire che Dio interviene ancora una volta nella storia e chiama Giovanni per dare il Suo messaggio al Suo popolo.
(2) La Situazione religiosa.
Luca menziona anche la situazione religiosa degli Ebrei.
Anna e Caiafa erano entrambi chiamati sacerdoti, anche se ci poteva essere solo un sommo sacerdote alla volta.
Questa descrizione sembra essere un caso di una persona di alto ufficio che mantiene il suo titolo anche dopo la cessazione del servizio, molto simile a un ex –presidente, o ex governatore oggi.
Al tempo della dominazione, le autorità Romane nominavano e cambiavano i sommi sacerdoti.
Anna fu sommo sacerdote dal 6 al 15 d.C. quando il governatore Romano Gratus lo depose, Caiafa era suo genero e rivestì l’incarico dal 18 al 36 d.C.
Anna era un sommo sacerdote in pensione che aveva mantenuto il suo titolo e aveva ancora una grande influenza, esercitava il suo potere dietro, le quinte (Giovanni 18:13-14)
Cosa, possiamo dire a riguardo questa chiamata di Giovanni in questo contesto politico e religioso?
Noi vediamo:
1) La Verità.
Luca ha citato diversi uomini: sia politici e sia religiosi senza paura che questi venissero confutati perché inventati, le persone potevano andare a controllare se le sue informazioni fossero vere oppure no.
Ricordiamo che Luca scrive a Teofilo con lo scopo di rafforzare la sua fede su fatti realmente accaduti (Luca 1:4).
Luca si preoccupò di controllare i fatti risalendo alle fonti e ai testimoni oculari.
Un impostore non menziona i nomi, i tempi, e i luoghi in particolare.
Se Luca lo avesse fatto sarebbe stato facile accertare che era un impostore.
Gli scrittori della Bibbia descrivono i fatti e gli uomini com’erano, non avevano paura di essere scoperti perché sapevano di non essere impostori, un impostore sarebbe stato facile essere individuato.
Mentre molti dicono che la Bibbia è piena di errori, noi possiamo fidarci della Bibbia perché dice la verità.
Noi vediamo anche:
2) L’Immoralità.
I nomi descritti da Luca ci fanno capire che il tempo del ministero di Giovanni e di Gesù è stato un periodo buio, corrotto.
Il regno di Tiberio può essere ricordato per le numerose prove di tradimento e sedizione e per la deportazione degli Ebrei a Roma.
Tiberio concluse la sua vita in dissolutezza sull'isola di Capri .
Pilato era un uomo la cui amministrazione è stata segnata da corruzioni, insulti, rapine, attentati, sconsiderate ingiurie, frequenti esecuzioni senza processo, e continue ferocia selvaggia.
Erode Antipa , tetrarca della Galilea e Perea, costruì la sua nuova capitale, Tiberiade, in un cimitero (cioè, su un terreno impuro), e mise le immagini in luoghi pubblici.
Fece rinchiudere lo stesso Giovanni Battista e lo fece decapitare dopo che il profeta lo aveva rimproverato per la sua relazione illecita con la cognata e per tutte le malvagità che aveva commesso come dice Luca al capitolo 3 (Luca 3:18-20) e sempre secondo Luca ebbe un ruolo nell’esecuzione di Gesù (Luca 23:6-12; Atti 4:27).
Anna e Caiafa furono anche loro coinvolti nell’esecuzione di Gesù (Matteo 26:3-4; Giovanni 11:49-50; 18:12-14).
Vediamo ancora:
3) L’Universalità.
In questo elenco di leader politici e religiosi; ci può essere un riferimento anche alla portata universale della salvezza che Cristo porterà e di cui Giovanni Battista è l’araldo; più avanti Giovanni dirà al v.6, che ogni creatura vedrà la salvezza di Dio.
Dopo il periodo della chiamata passiamo ora:
B) All’Autore della chiamata.
A. W. Tozer disse: “ Il vero ministro non è uno per sua scelta, ma lo è per incarico sovrano di Dio”.
Dio ha chiamato Giovanni Battista nel deserto, abbiamo visto prima.
L’apostolo Giovanni nel prologo del suo Vangelo dice: “Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per render testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui” (Giovanni 1:6-7).
Giovanni fu mandato da Dio per compiere una missione particolare, non in distinzione da Gesù, ma in relazione, a Gesù.
Dio ha mandato Giovanni con lo scopo di testimoniare di Gesù Cristo, affinché tutti credessero in Lui, a Gesù.
La frase "mandato da Dio" ricorda la descrizione dell’Antico Testamento di un profeta il cui ruolo era quello, di fungere da portavoce di Dio (ad esempio 2 Cronache 24:19; 25:15; Geremia 7:25; 25:4; 28:9; 35:15; 44:4; Ezechiele 2:3).
Le folle crederanno, come riporta Matteo, che Giovanni era un profeta (Matteo 21:26), ma anche Gesù riconosceva Giovanni come profeta (Matteo 11:9; Luca 7:26) .
Noi vediamo qui un’enfasi sul testimone e sulla testimonianza.
La testimonianza è una cosa seria e il mezzo per stabilire la verità, o per accreditare la verità su una persona o un fatto, i testimoni hanno l’obbligo di stabilire la veridicità di alcuni fatti.
Chi testimonia non prende una posizione neutrale, ma s’impegna con coraggio a dire le cose come stanno.
Abbiamo noi questo coraggio di predicare il Vangelo con franchezza senza compromessi?
Vediamo ora:
C) L’Uomo della chiamata
Giovanni si è dedicato completamente a servire Dio, era completamente sottomesso agli ordini divini, ha dato priorità a Dio, l’ha messo sopra ogni cosa, sopra la propria persona, sopra i propri interessi.
In primo luogo meditiamo:
(1) Sull’Individuo.
In Marco 1:1-3 leggiamo: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio.   Secondo quanto è scritto nel profeta Isaia: «Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via...Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"».
L’evangelista Matteo ci dice che questo messaggero, questo predicatore è Giovanni Battista (Matteo 3:1-3).
(a) Giovanni Battista era messaggero di avvertimento.
Noi leggiamo al v.2:”Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via”
Giovanni Battista era il messaggero (angelon), un inviato del Signore, come colui, che porta informazioni riguardo a Dio, in questo caso un messaggero di fatti decisivi riguardanti il disegno di Dio per la salvezza dell’uomo.
La storia dell’uomo non è abbandonata a se stessa, Dio manda i suoi messaggeri che preparano la Sua via, Giovanni Battista doveva avvertire la popolazione dell’arrivo di Gesù.
(b) Giovanni Battista era un messaggero di sentimento.
Così ancora Marco dice al v.3: “Voce di uno che grida nel deserto”.
Giovanni Battista è la voce di “uno che grida”.
“Grida” (boaō) è gridare ad alta voce, parlare con una voce alta e forte, implica gridare con sentimento.
La predicazione del Battista era piena di emozione, di sentimento!
La sua predicazione veniva  dal cuore, ed era indirizzata al cuore!
Molte volte senti e vedi tifosi di calcio, o iscritti ai partiti, o appassionati di qualche hobby, parlare con il cuore, con sentimento e noi cristiani abbiamo questa passione nel predicare, o quando predichiamo il Vangelo?
(c) Giovanni Battista era un messaggero di rinnovamento.
 “Voce di uno che grida nel deserto” (v.13).
“Nel deserto”, (erēmos) la parola significa solitario, desolato, luogo disabitato, si riferisce alle regioni incolte adatte per pascolo in Giudea.
Gesù fu tentato nel deserto (Marco 1:10-13), di tanto in tanto andava in un luogo deserto (Marco 1:35; 6:31-32), anche se la folla di solito riusciva a trovarlo anche lì (Marco 1:45; 6:33-34).
Ma sembra che il deserto abbia un significato molto più profondo di un semplice ritirasi dalla vita ordinaria, alcuni pensano che ci sia un significato speciale teologico “nel deserto”.
Secondo la profezia di Isaia 40:3; deserto è un luogo di speranza e di nuovi inizi.
La voce nel deserto di Isaia 40:3-5, introduce una grande visione di restauro, un nuovo inizio: un deserto trasformato dalla forza rinnovatrice di Dio ( Isaia 41:18-19; 43:19-21; 44:3-4, ecc.).
È stato nel deserto che il Signore si era incontrato con Israele e ne hanno fatto il suo popolo quando uscì dall'Egitto, quando Israele aveva il primo amore (Geremia 2:2-3). Nel deserto Dio prova il suo popolo e gli insegna verità importanti riguardo la relazione con Lui (Deuteronomio 8:2-3).
È nel deserto che Dio ci parla (Osea 2:14-15; cfr. Ezechiele 20:35-38).
Troviamo anche scritto:
(2) L’Incarico (Marco 1:1-3).
(a) Giovanni Battista doveva preparare la via al Signore.
Nel v.2 è scritto: “Secondo quanto è scritto nel profeta Isaia: 'Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via...'”.
Giovanni Battista doveva preparare (prepararti - kataskeuasei) la via al Messia, a Gesù.
Nei tempi antichi, un inviato, un araldo precedeva il re in viaggio assicurandosi che le strade fossero sicure e adatte al sovrano, doveva sgomberare le strade per renderle praticabili per il suo viaggio e annunciava nello stesso tempo il suo arrivo in modo tale che la popolazione era preparata per accoglierlo.
Giovanni Battista doveva preparare al Signore un popolo ben disposto (Luca 1:17).
Il popolo doveva essere preparato ad accogliere Gesù (Giovanni 1:29; 3:25-36,ecc.).
(b) Giovanni Battista doveva predicare il pentimento alle genti.
L’evangelista Matteo ci dice che Giovanni diceva nel deserto: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Matteo in 3:2).
In Marco 1:3 leggiamo: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".
“Preparate” (hetoimasate- aoristo attivo imperativo) è rendere pronto.
È preparare le menti degli uomini per ricevere il Signore e le sue benedizioni.
Il verbo è al plurale ed è indirizzato a Israele, indica un comando che deve essere obbedito immediatamente.
Questo era il carattere della predicazione del Battista: era una predicazione franca, senza giri di parole sdolcinate (vedi Matteo 3:7-12).
"Signore" (kurios) è Colui, che esercita l’autorità, il proprietario e che dispone, di una cosa, è l’equivalente di “Signore” dell’Antico Testamento (Yahwè esempio Gioele 2:32 in Romani 10:13).
La strada del Signore doveva essere preparata, cioè il cuore del suo popolo eletto doveva essere pronto ad accoglierlo.
“Raddrizzate i suoi sentieri” letteralmente è fare dritto, a livello (poieite eutheias ), contrario di storto (Matteo 3:3; Luca 3:4-5; Atti 9:11).
Il verbo è un presente attivo imperativo, quindi un comando che deve essere obbedito continuamente e senza esitazione, deve essere un’abitudine e non un atto formale momentaneo!
La parola, raddrizzate, cioè “dritto” (euthys) è usata metaforicamente anche altrove nel Nuovo Testamento (Atti 13:10; 2 Pietro 2:15).
Il verbo raddrizzate è una metafora per indicare il pentimento, questo sarebbe confermato dal v.4.
I “sentieri” (tribous) indica un percorso consumato, un percorso battuto, l'espressione non si riferisce a un percorso letterale, alla strada lungo la quale il Signore avrebbe viaggiato, ma può essere il cuore del popolo di Israele e il suo ingresso, la Sua presenza tra loro,oppure si può riferire a raddrizzare qualsiasi sentiero storto moralmente e spiritualmente parlando.
Giovanni è stato mandato per preparare i cuori del popolo in Israele, per ripulire le macerie spirituali e raddrizzare qualsiasi sentiero storto moralmente e spiritualmente parlando.
Il popolo doveva rinunciare al loro modo egoistico di vivere, ai loro peccati, e invece, cercare il perdono di Dio e stabilire una relazione con Lui credendo e obbedendo alla Sua Parola come si trova nella Scrittura (Isaia 1:18-20; 55:6-7; 57:15).
Possiamo fare alcune applicazioni a riguardo:
1) Il deserto è importante per la nostra vita spirituale e per quella degli altri.
A volte Dio ci fa passare per “il deserto”, ma li abbiamo un appuntamento con lui, per farci crescere spiritualmente (Deuteronomio 8:2-3).
Pertanto gioiamo anche quando siamo nelle prove perché la prova di Dio è costruttiva (Giacomo 1:3-4).
Dio ci può usare nel deserto a beneficio di altri come ha fatto con Giovanni Battista (Cfr. 2 Corinzi 1:3-6; Galati 4:13)
2) Noi siamo chiamati a predicare Gesù con passione!
Marco non solo celebra l'attività profetica di Giovanni Battista, ma l'attività redentrice di Dio per la salvezza degli uomini.
Noi dobbiamo predicare la buona notizia di Gesù: la sua vita, la sua morte, la sua resurrezione per la salvezza e la vita eterna (Marco 10:43-44; Giovanni 3:16;1 Timoteo 1:15;ecc.).
La predicazione di Gesù, del Vangelo va fatta indipendentemente dai risultati perché questa è la nostra chiamata.
Joe Blinco: “Noi non evangelizziamo perché ci aspettiamo dei risultati. Noi evangelizziamo perché siamo uomini inviati”.
La chiesa è chiamata a predicare il Vangelo (Matteo 28:18-20; Romani 1:13-17; Romani 10:9-17;ecc.) e come il Battista va fatto con passione (vedi anche Atti 2:40).
3) Noi siamo chiamati a predicare con franchezza il ravvedimento e la fede in Gesù.
Noi troviamo diverse volte nella Bibbia fede e ravvedimento.
Oggi alcuni hanno una certa paura a dire le cose come stanno, con chiarezza e apertamente. Ma i cristiani sono chiamati a predicare con franchezza.
A proposito Edward Donnelly dice: “Un predicatore ardito, specialmente quando si trova davanti a persone imponenti e ostili, non ha paura di parlare. Non è ostacolato da niente e nessuno. Non misura le sue parole con cura estrema per evitare di offendere qualcuno. Afferrato dalla verità che è desideroso di annunciare  in modo appassionato, dice con tutto se stesso, ciò che i suoi uditori devono sapere”.
Come l’apostolo Paolo ci ricorda, il cristiano parla in modo da piacere a Dio e non agli uomini (1 Tessalonicesi 2:2,4; cfr. Galati 1:10).
Informare coloro che ancora sono perduti nei loro peccati riguardo che Gesù è il Salvatore dei peccatori (1 Timoteo 1:15), senza esortarli al ravvedimento e alla fede, questo messaggio sarebbe incompleto (Marco 1:15; Atti 20:21).
Non c’è salvezza senza fede (Galati 2:16;Efesini 2:8) e senza ravvedimento (Luca 24:47;Atti 3:19).
4) Tu sei salvato? Hai la certezza che i tuoi peccati sono stati perdonati?
Forse sei a conoscenza di chi è Gesù, forse frequenti una chiesa, parli della Bibbia e così via, ma questo non significa che sei veramente una persona salvata.
L’unico modo per essere salvati è riconoscere Gesù che è l’unico Salvatore e Signore della tua vita, quindi pentirti dei tuoi peccati davanti a Dio, credendo che Gesù è morto per i tuoi peccati!
I frutti della tua salvezza si vedranno con il tuo comportamento, chi è stato salvato veramente da Gesù è una nuova persona (2 Corinzi 5:17) con nuovi pensieri, nuovi desideri, nuovi comportamenti, nuove motivazioni: quelli di Dio!
Queste domande possono aiutarti a capire se sei una persona veramente salvata.
Hai mai pensato seriamente alla tua condizione spirituale riguardo salvezza?
Hai mai confessato i tuoi peccati a Gesù credendo in lui e pentendoti dei tuoi peccati? Cerchi di appagare la tua coscienza con una religione esteriore o credi veramente col cuore?
Cerchi di vivere una vita santa?
Apprezzi i mezzi che Dio ci ha donato per crescere spiritualmente come la lettura della Bibbia, la preghiera privata, l'incontro con altri Cristiani per adorare, prendere la Cena del Signore e rispettare il Giorno del Signore?
Cerchi di fare il bene in questo mondo?
Sai cosa significa vivere in comunione abituale con Gesù?
Hai la certezza della vita eterna? Se muori adesso dove andrai?
Esaminati per vedere se sei un vero credente! (2 Corinzi 13:5).
Se pensi di non essere un vero credente torna al Signore (Lamentazioni 3:40) credi in Gesù (Giovanni 3:16) e Dio avrà pietà di te! (Isaia 55:6-7).
In secondo luogo vediamo:
II IL COMPIMENTO DELLA CHIAMATA DI GIOVANNI BATTISTA (Marco 1:1-3).
Giovanni era il compimento di alcune profezie come leggiamo nell’Antico Testamento.
Riguardo il compimento della chiamata noi vediamo dunque:
A) La Predizione.
Giovanni Battista è stato profetizzato nell’Antico Testamento centinaia di anni prima come leggiamo nei vv.2-3: “Secondo quanto è scritto nel profeta Isaia: «Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero a prepararti la via... Voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"».
Ciò che rende unica la Parola di Dio sono diversi aspetti, ma soprattutto la profezia.
Werner Gitt riguardo la definizione di profezia scrive: “Profetizzare consiste nel prevedere con certezza un determinato evento futuro non necessario, nel senso che dipende dalla libera scelta umana e che non è possibile conoscere con i normali mezzi umani. La profezia è anche la conoscenza anticipata di eventi futuri in contrasto con la storiografia che riguarda la conoscenza attuale di eventi del passato”.
La profezia è la rivelazione di un evento futuro, fatta, anni prima che l’uomo non poteva prevedere se non appunto per rivelazione di Dio, solo Dio conosce il futuro (Isaia 46:9-10; Giovanni 13:19; Atti 15:18).
Il vero profeta non parlava di propria iniziativa, egli diceva solamente le parole che Dio gli metteva in bocca per far conoscere Dio e la Sua volontà (Geremia 1:9).
Dio ha suscitato i suoi profeti (Geremia 1; Ezechiele 1-3; Osea 1:2; Amos 7:14-15) e li ha usati (Amos 3:7; 1 Pietro 1:10) per rivelare eventi e personaggi futuri, tra cui Giovanni Battista.
Benché la profezia aveva uno scopo storico nel suo immediato che poteva essere di avvertimento, o d’incoraggiamento, o di una chiamata al pentimento, eccetera, la predizione del ministero di Giovanni con molti anni di anticipo della sua manifestazione, ci ricorda che è prassi della grazia di Dio dare all'umanità un ampio preavviso dei prossimi eventi, in modo che possano avere il tempo di prepararsi ed essere pronti per l'evento sia se si tratti di cose piacevoli e sia se si tratti di giudizio di Dio!
Quando Giovanni Battista è entrato in scena, la sua venuta non doveva essere una sorpresa perché la Parola di Dio aveva dato adeguate informazioni circa la sua persona e missione.
Ma vediamo anche:
B) La Continuazione.
Giovanni Battista e quindi il Vangelo, è la continuità storica dell’opera di Dio. L’introduzione di Marco 1:1-3 vuole dirigere l’attenzione non solo in avanti, ma anche indietro, a qualche centinaio di anni prima!
Giovanni Battista e il Vangelo, è la continuazione di qualcosa che Dio aveva predetto. Marco vuole che i suoi lettori capiscano che il suo libro è un nuovo, inizio in cui Dio rivela la Buona Notizia di Gesù Cristo.
Marco vuole mettere in enfasi il fatto che Dio sta cominciando una cosa nuova, ma che comunque ha radici nel passato, come leggiamo nei versetti 2 e 3.
I versetti 2b e 3, secondo alcuni studiosi sono una citazione composta di tre passaggi dell’Antico Testamento.
La prima citazione v.2b: “io mando davanti a te” corrisponde al testo della Settanta
(LXX) di Esodo 23:20.
La seconda v.2c: “il mio messaggero a prepararti la via” corrisponde al testo ebraico di Malachia 3:1.
La terza citazione  del v.3: “Voce di uno che grida nel deserto: ‘Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri’” corrisponde al testo della Settanta (LXX) di Isaia 40:3.
Isaia 40:3, è citato da tutti e quattro i Vangeli con riferimento a Giovanni il Battista come il precursore di Gesù (Matteo 3:3; Marco 1:3; Luca 1:76; Giovanni 1:23).
In Esodo 23:20 Dio promette di mandare l'angelo davanti il popolo d’Israele per proteggerlo lungo la via e introdurlo nel luogo preparato da Lui.
In Malachia 3:1 il  messaggero precede il Signore.
Ora questa citazione composita di Esodo 23:20, Malachia 3:1 e Isaia 40:3, pone le basi per Giovanni e Gesù sullo sfondo della storia di redenzione.
La promessa di Dio al suo popolo durante l'esodo (Esodo20:23), trova la sua espressione nella promessa al popolo di Dio di un messaggero che prepara la via per l'età della salvezza (Malachia 3:1-2).
Questi due testi si combinano con Isaia 40:3 per identificare chiaramente il Battista (Marco 1:4-8) con il suo ministero nel deserto, come il compimento della promessa della venuta del Signore.
Quindi ciò che è applicato a Dio nell’Antico Testamento in questi versetti, è applicato a Gesù.
Pertanto il Battista non è semplicemente l'araldo del Messia, ma di Dio stesso, che appare in Gesù di Nazaret! (Cfr. Matteo 1:23).
Il messaggero Giovanni Battista è venuto prima di Gesù, per preparargli la via.
Giovanni Battista è la voce che grida nel deserto profetizzato da Isaia.
Il perché queste tre citazioni sono attribuite a Isaia non è chiaro, forse è perché si vuole sottolineare solo il v.3, oppure perché si trattava di una raccolta di citazioni dell’Antico Testamento messe insieme a causa del loro tema comune e la citazione era attribuita a Isaia perché considerato il più grande e conosciuto dei profeti, e aveva una notevole autorità nella chiesa primitiva.
Qualunque sia il caso, Marco non è troppo legato al testo letterale dell'Antico Testamento, ma più alla verità che rivela.
Noi vediamo qui il conforto della Parola di Dio, ciò che ha predetto realizza, ci possiamo fidare di Lui, ma anche siamo chiamati a temerlo, perché ci sono tanti avvertimenti di giudizio nella Bibbia che facciamo bene a tener presente e infine il giudizio finale come dice Ebrei 9:27: “ Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio”.
Ma chi ha Cristo non ha paura del giudizio come leggiamo sempre in Ebrei 9:28: “Così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza”.
CONCLUSIONE.
Facciamo delle considerazioni finali.
1) Riguardo a Dio vediamo: Dio è immanente.
Dio è interessato a questa terra e al Suo popolo.
Dio interviene nella storia degli uomini.
È un Dio che si rivela, che manda i Suoi profeti per rivelare la Sua volontà, per richiamare le genti a Sé.
Dio non ci lascia ignoranti e abbandonati a noi stessi!
Ma la domanda è: una volta che Dio fa conoscere la Sua volontà siamo disposti a seguirla?
2) Riguardo Giovanni Battista e quindi noi.
Giovanni non si è tirato indietro nel servire il Signore e l’ha fatto anche a costo di morire, infatti, è morto per aver denunciato il peccato di Erode.
Giovanni c’insegna a essere fedeli al Signore, a essere coraggiosi e a predicare con passione e franchezza il Vangelo…seguiremo il suo esempio?

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