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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Il cristiano è la luce del mondo (Matteo 5:14-16).

Il cristiano è la luce del mondo (Matteo 5:14-16). 
A un seminario di cultura greca il professore, di origine greca, chiese agli alunni, alla fine del seminario di due settimane, se ci fossero delle domande.  Come di solito succede, ci fu un silenzio di tomba, al che il professore chiede di nuovo, guardando tutti i partecipanti se ci fossero delle domande e un partecipante chiese quale fosse il senso della vita. Il professore prese il suo portafoglio e tirò fuori un pezzo di specchio sferico e disse: "Quando ero bambino, durante la guerra, eravamo molto poveri e abbiamo vissuto in un villaggio remoto. Un giorno, sulla strada, ho trovato dei pezzi di specchio rotto da un soldato tedesco con una moto che era passato da lì. Ho cercato i pezzi per metterli insieme, ma non è stato possibile, così ho conservato solo il pezzo più grande. Questo è diventato un gioco per me, infatti ero affascinato di poter riflettere la luce del sole nei buchi profondi, nei crepacci, insomma far arrivare la luce nei luoghi più inaccessibili che trovavo. Ho conservato questo piccolo specchio e diventando grande ho capito che quello che era un gioco è anche una metafora per quello che potrei fare con la mia vita. Ho compreso che io non sono la luce, o la fonte di luce, ma sono un pezzo di specchio il cui intero disegno e la forma non so di preciso cosa sia, ma posso riflettere nei luoghi bui di questo mondo come nel cuore degli uomini e cambiare alcune cose, altri possono fare altrettanto, questo è il senso della vita". 
Non si capisce bene a che cosa si riferisse il professore, ma per lui il senso della vita è riflettere nei luoghi più bui come il cuore dell’uomo per cambiare alcune cose. 
Noi cristiani siamo chiamati a riflettere la luce di Cristo nel mondo!

In primo luogo vediamo:
I LA DESCRIZIONE DI CHI È LUCE.
Nella descrizione vediamo:
A) Il Rango di chi è luce.
v.14: "Voi siete la luce del mondo". 
La luce, come il sale, è molto importante anche se spesso questo lo prendiamo per scontato, provate a immaginare di vivere senza luce, è impossibile! 
Di tutte le cose create, la luce è la più importante, infatti è stata la prima cosa che Dio ha creato! (Genesi 1:3-4). 
Nel 1903, Niels Finsen medico danese ricevette il premio Nobel per la scoperta riguardo le lesioni cutanee della tubercolosi che spesso regrediscono dopo l'esposizione alla luce ultravioletta, e la terapia della luce è essenziale per gestire alcuni disturbi comuni tra cui la psoriasi, l’acne, e alcune forme di ittero nei neonati. 
L’affermazione che troviamo in Matteo 5:14 è una delle affermazioni più straordinarie fatte da Gesù sui credenti, specialmente se consideriamo l’ambiente e la gente a cui Gesù rivolse queste parole! 
“Voi” (humeís) è enfatico e restrittivo, suggerisce “ tu e solo tu”, in riferimento alla chiesa di Gesù, ai suoi discepoli. 
Gesù si stava rivolgendo a gente semplice, a gente di poco significato per il mondo e si riferisce a tutti i credenti, ci fa capire quanto sia importante e glorioso far parte del regno di Dio! 
Quest'affermazione è anche per te se hai Cristo nel tuo cuore! Se sei un vero cristiano questa affermazione è per te! Perciò non si riferisce a qualche filosofo famoso come Platone, Aristotele o Sacrate, o a grandi personaggi politici come Gandhi, Churchill, Obama o grandi personaggi ricchi come il messicano Carlos Slim Helù o l’americano Bill Gates e nemmeno a gente di cultura come  William Shakespeare o Ernest Hemingway, ma tu sei la luce del mondo se sei veramente un discepolo di Gesù!
Nella descrizione vediamo:
B) La Responsabilità di chi è luce.
v.16: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini". 
“Risplenda” (lampō) è un imperativo, quindi  è un comandamento! Tu devi fare luce in questo mondo!
In questa descrizione vediamo ancora:
C) Le Ragioni per essere luce.
Uno che è veramente un cristiano deve essere luce del mondo, per quale motivo?
Il primo motivo è:
(1) Per la Partecipazione alla luce.
Perché il credente è nella luce! 
Colossesi 1:9-14: "Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio.  In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati".
Dio nella sua grazia ci ha messo in grado (hikanoō- fare sufficiente, qualificati, fare adeguati, idonei in Cristo) di partecipare  (meris) di avere una porzione, una parte di eredità (sorte klēros allusione all’eredità di Israele di Canaan Numeri 26:52-56; 33:51-54 ) dei santi, cioè quelli che fanno parte del popolo di Dio. 
Poco importa se luce (phōs)  si riferisce al regno di Dio, o al cielo, o alla verità (Salmi 119:130), o purezza morale (Efesini 5:8-14; 1 Giovanni 1:5), o a essere santi e perdonati (Atti 26:18). 
Complessivamente questo passo indica che il vero cristiano è salvato, fa parte del regno di Dio, del Nuovo Patto di Gesù e ha una porzione di eredità in cielo. 
Il vero credente non fa più parte del regno delle tenebre, di Satana perché Dio lo ha  liberato da questo dominio, e lo ha trasportato nel regno del suo amato Figlio Gesù Cristo. (Cfr. Giovanni 8:12; 2 Corinzi 4:6; 1 Pietro 1:3-5 ;ecc.).
Questo ci introduce alla seconda ragione per cui il credente è chiamato a essere luce:
(2) Per la Posizione dove si trova.
Paolo in Efesini 5:6-9 dice che il credente non deve essere compagno degli uomini ribelli perché in passato erano tenebre, ma ora il credente è luce  nel Signore, perciò si deve comportare come figlio di luce, cioè come coloro che appartengono alla luce e vivono in conformità alla luce! Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre (1 Giovannni 1:5). 
Il significato è che un vero credente si comporta con bontà, giustizia e verità perché non è più tenebre, ma luce nel Signore. 
Come cristiani non siamo più sotto il dominio di Satana nell’ignoranza spirituale con un comportamento morale e spirituale peccaminoso, ma ora siamo in un altro regno con un nuovo comportamento in virtù della posizione che abbiamo in Cristo, noi oggi siamo nel Signore. 
Essere nel Signore implica che essendo nella luce del Signore,la luce del Signore è in noi! Significa che la sua luce ci condiziona, ci influenza perché siamo uniti al Signore! 
Essendo nella sua luce, siamo diventati luce e trasmettitori di luce! Per questo è ridicolo cercare di nascondere la luce, anzi è impossibile! Se sei nel Signore non la puoi nascondere la sua luce.
Questo ci porta alla terza ragione, per cui il credente è chiamato a essere luce:
(3) Per la Presenza della luce in lui.
2 Corinzi 4:5-6: "Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; perché il Dio che disse: 'Splenda la luce fra le tenebre', è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo".
Dio in Gesù vive dentro i veri cristiani. Una casa prende lo stile di chi ci abita! Ma non solo! Se qualcuno abita in una casa si nota la sua presenza specialmente se ci sono dei bambini! Paolo dice che predica Gesù e serve i fratelli per amore di Gesù e perché in lui, in Gesù splende la luce della conoscenza di Dio. 
Ecco perché manifestiamo la nostra fede perché Dio splende in noi e perché lo conosciamo. 
Se Gesù vive in noi allora la sua luce si irradierà attraverso la nostra condotta! (Giovanni 10:32).
Dopo aver visto la descrizione di chi è luce, vediamo:
II LA DESCRIZIONE DEL LUOGO DOVE FARE LUCE.
v.14: "Voi siete la luce del mondo".
A) Il mondo è un luogo tenebroso.
È implicito che se siamo luce del mondo, vuol dire che il mondo è nell’oscurità. 
Nella Bibbia i peccatori sono spesso descritti come nelle tenebre (Matteo 4:16; Luca 1:79; 22:53; Atti 26:18; Romani 2:19). Quando una persona viene salvata passa dalle tenebre alla luce dice Efesini 5:8. 
Il mondo è tenebroso a causa del peccato, invece il mondo si vanta che è illuminato: parla dei grandi progressi scientifici, medici, agricoli, biologici! 
Il mondo con il suo progresso materiale pensa che abbia rimosso le tenebre, ma in realtà ha solo aumentato in un certo senso le tenebre morali e spirituali; di questo ne siamo consapevoli e se c’è qualcuno che non lo sia basti che veda un po’ di televisione o faccia un giro in edicola, o in internet e si accorgerà dove sta andando il mondo! 
L’oscurità del mondo non è mai stata più evidente di quanto lo sia oggi! Il mondo ha bisogno della luce dei singoli credenti sempre! Il mondo ha un problema che è alla radice di tutti i problemi che solo Dio può risolvere: il problema del peccato, dell’allontanamento da Dio! 
La luce mostra come uscire da questa oscurità e quindi come riconciliarsi con Dio, quindi illumina la strada che porta a Dio! 
Ora noi che sappiamo questo non possiamo brillare solo la domenica mattina adorando il Signore in chiesa e poi per il resto della settimana fare come ci pare al lavoro, a casa o nel tempo libero.
B) Il mondo è un luogo spinoso.
Quando Dio chiamò il profeta Ezechiele a profetizzare al popolo giudaico e a nazioni che si sono ribellate a Dio, Dio disse ad Ezechiele: "Egli mi disse: «Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli, che si sono ribellate a me; essi e i loro padri si sono rivoltati contro di me fino a questo giorno. A questi figli dalla faccia dura e dal cuore ostinato io ti mando. Tu dirai loro: 'Così parla il Signore, DIO'.  Sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono una casa ribelle, essi sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro. Tu, figlio d'uomo, non aver paura di loro, né delle loro parole, poiché tu stai in mezzo a ortiche e spine, abiti fra gli scorpioni; non aver paura delle loro parole, non ti sgomentare davanti a loro, poiché sono una famiglia di ribelli. Ma tu riferirai loro le mie parole, sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono ribelli.  Tu, figlio d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa famiglia di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che ti do'"  (Ezechiele 2:3-8).
Siete mai stati in mezzo a un campo di ortiche e spine? Non è una cosa bella! Non possiamo aspettarci che il mondo ci accolga a braccia aperte perché siamo credenti.
in Giovanni 15:18-21 Gesù dice: "Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia.  Ricordatevi della parola che vi ho detta: 'Il servo non è più grande del suo signore'. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.  Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato". 
Il mondo è ostile verso i credenti come lo è stato con Gesù, compreso i suoi parenti! Il mondo odia la luce, odia Gesù perché ama le tenebre, il peccato e non vuole che le sue opere siano scoperte e perciò non viene alla luce! 
Giovanni 3:19-20: "Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte". (cfr. Proverbi 29:27). 
Quando i credenti risplendono davanti agli uomini, essi possono essere trattati in malo modo. Essi possono essere perseguitati.  
Il filosofo Benedetto Croce disse: “Guai a colui che cerca di gettare una luce luminosa in un luogo dove la gente vuole tenere il buio e l'ombra”.
III LA DESCRIZIONE DI COME DOBBIAMO ESSERE LUCE: LA NOSTRA TESTIMONIANZA.
Gesù fa due esempi per descrivere che il credente è chiamato a fare luce.
A) La luce deve essere Identificabile.
Visibile, distinguibile, questo è spiegato molto bene l’esempio di una città su una collina. v.14: "Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta". 
Una città su una collina è molto visibile, è molto più visibile di una città in qualsiasi altro luogo. 
Le città nell’antichità erano edificate sulle colline o sulle alture, perciò a causa della loro posizione elevata potevano essere viste dal viaggiatore. Inoltre erano fatte spesso, in pietra calcarea bianca, e quindi baciate dal sole brillavano e non poteva essere facilmente nascosti. Di notte, lampade a olio avrebbero fatto un po' di luce su tutta l'area circostante e potevano essere viste da lontano. 
In questo modo i veri cristiani sono evidenti, distintivi, distinguibili da un non credente, perché vivono la vita cristiana in modo chiaro, senza ambiguità, non ci sono dubbi nella mente delle persone che sia un vero cristiano. 
Le loro convinzioni sono affermative, il loro servizio dinamico ed energico. La loro predicazione forte e chiara senza lasciare dubbi su ciò che è il messaggio. 
In altre parole la nostra fede e le nostre convinzioni devono essere evidenti e ben visibili. 
Non esiste una cosa come un credente invisibile. Il cristianesimo è qualcosa pensato per essere visto! 
Non ci può essere un cristianesimo segreto! Il tuo cristianesimo deve essere perfettamente visibile a tutti gli uomini, la visibilità di Cristo nella nostra vita dovrebbe estendersi ben oltre la chiesa. 
Gesù ci fa capire che non c’è la luce della chiesa, ma del mondo. Pertanto siamo chiamati a illuminare ogni giorno e non solo di domenica. 
Il nostro stile di vita dovrebbe mostrare che siamo veri cristiani dovunque ci troviamo! La tua luce è visibile?
B) La luce deve Illuminare.
v.15: "e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa".
La casa era illuminata da una lampada (lychnos), di argilla a olio di oliva, con uno stoppino a una fine collocata su un supporto di ferro con base alta, una specie di cavalletto perché così la luce si diffondeva il più possibile. (Cfr. Marco 4:21; Luca 11:33; 12:35; 15:8; Giovanni 5:35; 2 Pietro 1:19; Apocalisse 18:23; 21:23; 22:5).
La lampada, quindi non si metteva sotto un recipiente, ma sul candeliere (lychnia), affinché potesse fare luce a tutti nella casa. 
Un recipiente (modios), era un contenitore di creta che indicava una misura per il grano equivalente a circa nove litri. Ora se metti un recipiente sopra una lampada o una candela non si diffonde la luce, anzi si spegne di nuovo e che senso ha accendere una lampada e non farla illuminare? 
Il punto è inequivocabile: la funzione principale di una lampada a casa quindi di un  credente, è quello di illuminare tutto intorno! 
Lo scopo della lampada è di fare luce a tutti quelli che sono a casa. La luce non è pensata per essere occultata!!! 
È assurdo, ridicolo nascondere deliberatamente la propria luce, perché la vita cristiana non può essere nascosta! 
Molto probabilmente Gesù ha in mente una casa con una piccola stanza di una casa comune tra le persone più povere, quindi una lampada era sufficiente per illuminare tutta la stanza, per illuminare tutti. 
La luce illumina la strada, nell’Antico Testamento Dio guidava il popolo di Israele di giorno in una colonna di nuvole e di notte in una colonna di fuoco (Esodo 13:21). 
Così in Salmi 119:105 troviamo scritto che la Parola del Signore è una lampada al piede una luce sul sentiero, quindi ci indica la strada da percorrere. 
Come luce del mondo, dobbiamo illuminare in modo chiaro la strada della salvezza, della verità, della conoscenza di Dio agli altri. Il discepolo di Gesù non si chiude in se stesso, ma esterna la sua fede! 
Giovanni Miegge: “La luce dell’evangelo non è stata data alla chiesa perché se la tenga gelosamente per sè, godendone nell’intimità, ma perché la diffonda”. 
Siamo chiamati a brillare dove Dio ci ha chiamato a vivere, anche nei luoghi più oscuri e meno promettenti che la luce ha il massimo effetto. Consideriamo il dottor Boris Kornfeldt un evangelico di origine ebrea esiliato in un lager, Gulag russo (campi di lavoro forzato per dissidenti) negli anni cinquanta condivise la fede con Alexander Solzhenitsyn, scrittore russo e premio Nobel per la letteratura nel 1970. 
Dio ci chiama a brillare dove siamo! Perciò illumina l'angolo dove sei, dove stai vivendo se sei un vero cristiano! 
Se mettiamo la luce sotto il recipiente o abbiamo la tendenza a farlo, dobbiamo cominciare a esaminare noi stessi e fare in modo che sia veramente luce, cioè di essere veri credenti!
C) La luce non deve essere Impedita.
Possiamo avere la tentazione di mettere la lampada sotto un recipiente. 
Perché un cristiano nasconde il fatto che egli è un cristiano? 
Ci sono diversi motivi per cui una persona che si dice cristiano non vuole far sapere agli altri che è un cristiano.
(1) L’impedimento della Popolarità.
La popolarità nel senso di ricercare la simpatia, l’approvazione, la stima del mondo. 
Per essere popolari con il mondo, bisogna essere come il mondo, o essere come vuole il mondo! 
Se una persona sta vivendo la sua vita cristiana in modo identificabile e illuminante, è più probabile che sia schernito, deriso e perseguitato dal mondo, ma non essere popolare con il mondo (Giovanni 15:18-21; 16:33; 2 Timoteo 3:12).
(2) L’impedimento della Posizione. (Cfr. Giovanni 12:43 ).
Parlo della posizione di lavoro, ci sono posti di lavoro che non si possono avere, o conservare se si vive fedelmente per Gesù Cristo. 
Alcuni credenti hanno lasciato dei lavori, o non li hanno accettati perché erano cristiani praticanti, ma altri preferiscono non dire di essere cristiani perché non vogliono perdere il posto di lavoro.
(3) L’impedimento della Persecuzione.
Uno degli impedimenti più comuni è che il cristiano non vuole affrontare è la  persecuzione. 
Oggi nel nostro paese (in Italia) non c’è una persecuzione fisica, ma di emarginazione, o persecuzione morale, essere presi in giro sicuramente si. 
Per paura di essere presi in giro, o di qualsiasi altra persecuzione, alcuni credenti nascondono la loro identità cristiana. 
Contro la tentazione della vergogna ricordiamoci degli avvertimenti di Gesù. Gesù dice che se ci vergogniamo di Lui e delle Sue parole in mezzo a questa generazione, Lui si vergognerà di noi al Suo ritorno. (Marco 8:38 ).
CONCLUSIONE.
Che il credente sia la luce del  mondo non significa solamente avere un grande privilegio, o dignità, ma indica una grande responsabilità. 
Come la luce è ben visibile, così la chiamata del cristiano non è una chiamata ad avere una vita appartata, o isolata dalla società, ma una chiamata a manifestare la gioia della comunione con Dio e la Sua salvezza in mezzo al mondo. 
Noi discepoli di Gesù non dobbiamo nasconderci, ma dobbiamo essere presenti e ben visibili in questo mondo per indicare alle genti la via della salvezza, per aiutarli a trovare la via della conoscenza di Dio in Cristo. 
“Il compito del cristiano è quello di rendere il Signore Gesù visibile, comprensibile e desiderabile” (Len Jones). 
Ogni credente è un testimone che lo voglia o no, ed è chiamato a testimoniare di Gesù. 
Purtroppo troppi cristiani vivono la loro vita cristiana dentro la testa e non esternano la loro fede con le mani, i piedi e le labbra. 
Tu che tipo di cristiano sei? Come vivi il tuo cristianesimo solo con la testa, o anche attivamente e pubblicamente con le mani, piedi e labbra?

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